Or tu devi sapere che le armi di questo esercito sono gli atti fatti nella mia Divina Volontà.
Guarda com’è bello! La reggia è la luce del mio Fiat; il Re che domina è il mio Volere; il ministero, la Trinità Santissima; l’esercito, le sue conoscenze; le armi, gli atti tuoi fatti in Esso.
Perché, come tu avevi il bene di conoscere una sua conoscenza ed operavi in virtù di essa, nel
mio Fiat formavi le armi nelle mani di ciascuna conoscenza, per dar la vita di essa alle altre creature. Ma non è tutto ancora; ogni conoscenza possiede un’arma, diversa l’una dall’altra, sicché
ogni conoscenza che ti ho fatta sulla mia Divina Volontà possiede un’arma speciale e distinta:
chi possiede l’arma della luce per illuminare, riscaldare e fecondare il germe del mio Fiat, chi
possiede l’arma della potenza vincitrice che domina ed impera, chi l’arma della bellezza che rapisce e conquide, chi l’arma della sapienza che ordina e dispone, chi l’arma dell’amore che brucia, trasforma e consuma, chi l’arma della fortezza che atterra, fa morire e fa risorgere nel mio
Volere Divino. Insomma ogni mia conoscenza è un soldato divino che, manifestandosi all’anima
tua, si è fatto28 mettere nelle loro mani, da te, l’arma di ciascun ufficio che posseggono.
Guarda che ordine che [questi soldati] tengono, come sono attenti al loro ufficio ed a maneggiare l’arma che ciascuno possiede, per disporre e formare il popolo del Regno del mio Fiat
Divino!
25 tocchi
26 forse: effuso
27 stanno
28 si è fatto = si sono fatti
16
Questo esercito e queste armi posseggono la virtù prodigiosa dell’infinito, in modo che si
diffondono ovunque e, dove c’è una luce, anche piccola, nelle creature, combattono con armi di
luce contro le tenebre dell’umano volere, per eclissarlo e darle [- alle creature -] la vita del mio
Fiat; e dove c’è un germe di potenza o di forza, corre il soldatino divino colla sua arma della potenza e della forza per combattere la potenza e forza umana e far risorgere la potenza e la forza
della mia Divina Volontà. A tutti gli atti umani questo esercito tiene l’arma opposta per combatterli, per far risorgere sopra l’atto umano l’atto del mio Volere Divino.
Quindi figlia mia, è necessario che tu rimani nella mia Divina Volontà per formare armi
sufficienti - coi tuoi atti fatti in Essa - al grande esercito delle sue conoscenze. Se tu sapessi come questo esercito aspetta con ansia le armi degli atti tuoi nelle loro mani, per muovere battaglia
e distruggere il povero regno dell’umano volere ed edificare il Regno nostro, di luce, di santità e
di felicità! Molto più che Io sto in te, nella gran reggia della mia Divina Volontà, in mezzo al
mio esercito col continuo consiglio del ministero delle Divine Persone, come riproduttore delle
opere nostre; perché Noi siamo l’Essere operante e dove stiamo vogliamo operare sempre senza
mai cessare. Quindi è di necessità che tu resti sempre nel nostro Fiat, per unirti a Noi nel nostro
continuo operare e darci il campo di sempre operare in te. Perché è proprio questo il segno
dell’operato divino: operare sempre, sempre, senza mai cessare”.
Dopo ciò ha fatto silenzio, e poi con un’enfasi, più tenero, ha soggiunto:
“Figlia mia, se tu sapessi la foga del mio amore che sento, perché voglio stabilire il Regno
della mia Divina Volontà sulla terra per realizzare l’unico scopo per il quale fu creato l’uomo!
Perciò [in] tutto ciò ch’è stato fatto dalle Divine Persone da che fu creato il mondo, e quello che
faremo, il nostro principio sarà sempre quello, né lo smetteremo giammai: che l’uomo ritorni
nell’eredità che Ci respinse, del Regno del nostro Fiat. Tanto che nella mia stessa Incarnazione,
quando scesi dal Cielo in terra, il primo scopo fu il Regno della mia Divina Volontà, i primi passi li rivolsi nel Regno di Essa, cioè nella mia Madre Immacolata che lo possedeva. La mia prima
dimora fu nel suo seno purissimo, in cui il mio Fiat teneva il suo dominio assoluto ed il suo Regno integro e bello; ed in questo Regno del mio Volere, che possedeva la mia Mamma Celeste,
incominciai e formai la mia vita quaggiù, di pene, di lacrime e di espiazioni.
Io lo sapevo che dovevo essere il Gesù negletto, non amato né cercato, ma volli venire perché vedevo attraverso i secoli che la mia venuta sulla terra doveva servire a formare il Regno del
mio Voler Divino e, per necessità dovevo prima redimerli29, per avere il mio primo scopo. Ed Io
fin d’allora scendevo dal Cielo per venire a trovare, cercare e stringere al mio Seno i figli del
Regno mio che Mi avrebbero cercato, amato, riconosciuto, fino a giungere a non poter stare senza di Me. E perciò in ciò che Io facevo e soffrivo, Io ci mettevo un segno e dicevo: ‘Qui aspetterò i figli del mio Volere, li abbraccerò, ci ameremo d’un solo amore, con una sola Volontà’. E
per amor loro, le pene, le lacrime, i passi, le opere Mi si cambiavano in refrigerio, in gioia per il
mio Cuore affogato d’amore.
Figlia mia, non senti tu stessa che non puoi stare senza di Me? E quando leggeranno nel
mondo queste carte, resteranno strabiliati nel sentire la lunga catena delle mie grazie, le mie
giornaliere venute - e per sì lungo tempo, ciò che non ho fatto a nessun altro! -, le mie lunghe
conversazioni che ho fatto con te, i tanti insegnamenti che ti ho dato e tutto ciò che doveva servire al Regno della mia Divina Volontà. Sentivo l’irresistibile bisogno di riprendere e rifare con te
tutte le conversazioni, di darti le grazie e gli insegnamenti che avrei fatto coll’Adamo innocente
se non avesse respinto la preziosa eredità del mio Fiat: spezzò il mio dire e Mi ridusse al silen-
29 redimere gli uomini
17
zio. E dopo seimil’anni di silenzio sentivo l’estremo bisogno di riprendere il mio dire colla creatura. Oh, come era doloroso contenere tanti segreti nel mio Cuore, che dovevo confidarle! E solo per lei erano riserbati questi segreti, non per altri; e se sapessi quanto Mi è costato il tacere
per sì lungo tempo! Il mio Cuore era soffogato e delirante, ripeteva sommessamente: ‘Anime!’
Creai l’uomo per avere con chi parlare, ma doveva possedere la mia Divina Volontà per intendermi e, siccome Me La respinse, Mi ha reso il Dio taciturno. Che dolore sento! Che amore soffogato che Mi faceva venir meno e delirare! Perciò non potendo durarlo più a lungo [il silenzio],
l’ho voluto rompere con te, ho spezzato il mio lungo silenzio; e quindi la necessità della foga del
mio dire sì a lungo e, spesso e ripetuto. E mentre Mi sfogo con te nel dire, Mi sento come se ora
sto dando principio alla Creazione, e perciò in queste carte ti sto facendo scrivere il perché vero
della Creazione, che cosa è la mia Volontà, il suo valore infinito, come si deve vivere in Essa, il
suo Regno e come vuol regnare per rendere tutti santi e felici.
Tutti resteranno sorpresi nel leggere queste carte e sentiranno il bisogno che il mio Fiat viva
in mezzo a loro. La Divinità sente un’irresistibile necessità di completare l’opera della Creazione, e questa sarà completata col regnare la nostra Divina Volontà in mezzo alle creature. Che farebbe una creatura se dopo che ha fatto un’opera con sacrifici inauditi e per lungo tempo, opera
che le costa la vita, opera di valore incalcolabile e, solo che le mancasse un punto, una sfumatura, un colore, non può completare l’opera che le costa tanto? E per quanto bella la sua opera, per
quanto preziosa e di valore incalcolabile, che formerebbe la sua fortuna, la gloria e la sua felicità
completa, non può presentarla al pubblico né può dire ch’è opera compiuta, perché manca un
punto. [Per] questa tale la vita si cambierebbe in dolore e sentirebbe il peso della sua opera, bella sì, ma non compiuta; e perciò si sente infelice ed invece di [ricevere] gloria si sente umiliata.
E quali sacrifici non farebbe? Metterebbe la vita per mettere quel punto per fare compiuta
l’opera sua.
Tale Ci troviamo Noi; nulla manca all’opera nostra della Creazione: cieli, soli, opere e
magnificenza d’ogni specie; ma manca un punto, ma punto che Mi sfigura un’opera sì bella; ma
questo punto è il più importante, è la sfumatura più bella, è il colore più vivo che manca alla
Creazione. Tutto e tutti vivono nel mio Fiat, ma un punto di essa, cioè l’umana famiglia, è fuori
di Esso, fuori del mio Regno e vive infelice. Qual dolore! C’è posto per tutti nel mio Volere,
eppure c’è chi vive fuori! Oh, come Ce la sfigurano e Ce la rendono incompleta [la Creazione]!
E che cosa non faremmo per vederla compiuta? Qualunque sacrificio, figlia mia, tutto siam disposti a fare; già ho messo la mia vita nella Redenzione per mettere questo punto all’opera creatrice. E quando conosceranno che significa Volontà di Dio, il gran bene che può fare e come a
Noi l’unica cosa che più C’importa è mettere in salvo i diritti del nostro Fiat Divino e farlo regnare, per vedere tutti felici nella Volontà nostra, della nostra stessa felicità, non più si meraviglieranno di leggere in queste carte ciò che ti ho detto e fatto di grande nell’anima tua, anzi diranno: ‘Ad una Volontà sì Santa che tutto ha fatto, era giusto che ci voleva questo sfoggio di
grazie e tanti insegnamenti sublimi - per farcela comprendere, amare e sospirare - in chi doveva
fare il primo deposito del suo Regno’. Perciò sii attenta, perché si tratta di dare i diritti ad una
Volontà Divina per rendere completa l’opera della Creazione”.
Maggio 21, 1929
La Divina Volontà: luce; l’amore: calore. Alimento e sbocco divino.
18
Sono sempre di ritorno nella mia cara eredità del Voler Divino e mi sembra che vado spigolando in Esso; e Gesù molto buono non tralascia di darmi le sue belle lezioni sopra ciascuna di
quelle spighe che vado raccogliendo. Ma mentre giravo, andavo ripetendo il mio ritornello sopra
ogni cosa: “Ti amo e, fa’ che il mio Ti amo sia la dolce catena che, legando l’Eterno Fiat, Lo tira, Lo violenta a farlo venire a regnare sulla terra”. Ora, mentre ciò facevo, il mio adorato Gesù
mi ha detto:
“Figlia mia, la mia Divina Volontà è luce, l’Amore è il calore; luce e calore sono inseparabili tra loro e formano la stessa vita. Necessità della fusione della mia Volontà e del mio Amore:
una volontà che non ama non è operante, un amore che non ha volontà è senza vita. Però la mia
Volontà tiene il primo atto, si può dire che la sua luce fa sorgere il calore; Essa fa il primo atto e
chiama nella sua luce la vita dell’Amore e ne forma una sol cosa. Chi mai può dividere il calore
dalla luce? Nessuno. Ma però quanto più grande è la luce, più forte è il calore; sicché [con] una
piccola luce, appena si sente la forza del calore, una luce grande dà molto calore e produce effetti
mirabili. Quanti e quali effetti produce il sole, perché la sua luce è tanta che abbraccia tutta la
terra? Si può dire ch’è il re della terra: colla sua luce e col suo calore carezza tutti, abbraccia
tutto e fa bene a tutti e senza che chieda nulla da nessuno; perché, primo, [è] che non ha bisogno
di nulla, secondo, che tutti si sentirebbero impotenti di contraccambiare il sole del gran bene che
fa a tutta la terra.
Ecco, perciò tu senti in te due potenze infinite fuse in una: la Divina Volontà mia ed il mio
Amore. E la luce del mio Volere ti fa correre per farti mettere il suo ti amo, che sprigiona dal
seno della sua luce, su tutte le cose create, per vedere tutta la Creazione brillantata dal suo e tuo
Ti amo.
Oltre di ciò, la vita fa30 bisogno d’alimento; la mia Volontà Divina è vita, il mio Amore è
cibo; ogni tuo Ti amo è un sorso d’alimento che dai al mio Fiat in te e, [ad] ogni tuo atto fatto
nel mio Volere, cresce la vita di Esso in te. Oh, come ne gode e cresce mirabilmente la vita del
mio Voler nella creatura quando trova molto Amor divino! Si può dire che il mio Fiat trova il
suo cibo ed il mio Amore trova la sua vita”.
Dopo di ciò continuavo a pensare al Fiat adorabile, ed il mio dolce Gesù ha ripreso a dire:
“Figlia mia, chi vive nel mio Voler Divino sta sotto lo sbocco continuo del suo Creatore; è
tanto il nostro amore verso di lei, Ci rapisce tanto nel31 vedere il nostro Fiat nella piccolezza della creatura, che vogliamo darle sempre sempre, senza mai cessare. Ora questo nostro sbocco divino la riempie tanto, che non le lascia nessun vuoto in sé stessa, in modo che dovunque si poggia trova sempre la pienezza del nostro sbocco che la sostiene, in modo che non si può ripiegarsi
sopra di sé stessa, perché il nostro sbocco la sostiene e la porta come in trionfo nelle sue braccia.
Ma sai tu che cosa sbocchiamo? Amore, luce, grazia, santità, potenza, eccetera.
Ora tutte queste nostre Qualità fanno a gara a chi vuol portare in braccia questa piccola creatura; pare che se la contendano tra loro e fanno a turno per dire che: ‘Tutti l’abbiamo portata’,
e mentre ciascuna la porta nelle sue braccia. E se la porta l’amore, la riempie tanto d’amore che
prende gusto a vedere affogata la piccola piccina, affogata del suo amore; ed allora [l’amore] si
contenta di farla passare nelle braccia della luce, quando la vede sboccare amore, perché vogliono vedere ripetere la piccola piccina ciò che ha fatto il suo Creatore. La luce prende gusto ad affogarla di luce, la grazia ad affogarla di grazia, la potenza ad affogarla di potenza, ma tanta da
rapire lo stesso Creatore. Insomma, questa piccola creatura vive sotto lo sbocco continuo di Dio,
30 ha
31 il
19
che la riempie tanto da sentirsi affogata da non poterlo contenere, in modo ch’è costretta a sboccarlo fuori. Sicché ciò che tu dici del mio Volere Divino non è altro che lo sbocco di ciò che
contieni dentro”.
Maggio 25, 1929
Potenza di chi vive nel Fiat Divino. Virtù degli atti fatti in Esso. Come tutte le
generazioni pendono dagli atti fatti da Adamo.
Continuando il mio solito abbandono nel Fiat, mi son trovata fuori di me stessa e con mia
maraviglia mi son trovata il nemico infernale vicino, come se si volesse menare32 sopra di me; io
mi son sentita tal forza da mettermi sopra di lui e, come mi mettevo sopra, così restava tutto fracassato ed in frantumi. Io mi sentivo impressionata e pensavo tra me: “È da tanto tempo che
non lo vedevo il nemico, anzi se lo vedevo fuggiva da me; ed ora che cosa vuole con questo suo
avvicinarsi?” Ed il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto:
“Figlia mia, l’anima che possiede il mio Fiat Divino tiene tal potenza da mettere in frantumi
la potenza diabolica; ed Io ho permesso di farti toccare con mano che solo col menarti sopra di
lui è restato stritolato, affinché non lo temi, e lui sentisse la potenza di chi possiede il mio Volere, che sperde come polvere al vento la forza diabolica. Perciò non ti dar pensiero di lui e continua la vita nel mio Fiat; perché tu devi sapere che ogni preghiera, ogni atto e moto di chi vive in
Esso, racchiude dentro una forza ed un peso infinito ed incancellabile; e l’infinità si stende ovunque, contiene la virtù produttrice di tutti i beni, abbraccia l’eternità, racchiude lo stesso Dio.
Perciò un atto fatto nel mio Volere è un atto che non finisce mai ed ha tale potenza che racchiude
Cielo e terra; ed il nostro Fiat colla sua potenza infinita racchiude la nostra Divinità nell’atto
della creatura, formando coi suoi veli di luce la più bella e deliziosa reggia al nostro Essere Divino”.
Gesù è scomparso ed io mi sentivo inabissata nell’abisso di luce del Fiat Supremo. Dopo
ciò stavo seguendo i miei atti nel Fiat Divino e, giungendo nell’Eden, pensavo tra me: “In
quest’Eden fece i primi atti nel Fiat Divino il nostro primo padre Adamo. Sicché la Creazione
tutta ebbe il principio dentro un atto di Volontà Divina operante in tutte le cose create, come pure
il primo uomo. Essa stendeva la pienezza della sua santità, potenza, bellezza e luce in ciascuna
cosa, facendosi Attore e Spettatore, racchiudendo tutto in un atto solo di sua Volontà Divina.
Com’era bella la Creazione al suo principio! Una era la Volontà che operava, ed i diversi atti
non erano altro che gli effetti di Essa”. Ma mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù movendosi
nel mio interno mi ha detto:
“Figlia mia, tutte le generazioni pendono dai primi atti fatti d’Adamo nella pienezza della
mia Divina Volontà, perché essendo fatti in Essa erano atti pieni di vita e potevano dar principio
e vita a tutti gli altri atti di tutte le creature. - E ad onta che le creature non vivono di mia Volontà, ma della loro, ma33 è sempre Essa che dà loro vita; e mentre dà loro vita La tengono come
soffocata ed agonizzante negli atti loro! - Perciò tutti gli atti di Adamo fatti nel mio Volere stanno come atto primo di tutti gli atti delle creature. Chi può distruggere un atto fatto nella mia Di-
32 gettare
33 tuttavia
20
vina Volontà? Chi mai può toglierle34 la sovranità, la potenza, la bellezza, la vita? Nessuno.
Non c’è cosa che non penda dal primo atto; tutte le cose create pendono dal primo atto fatto da
Colui che le ha create. E se tanto amo, sospiro e voglio che la mia Volontà sia conosciuta e vi
regni in mezzo alle creature, è proprio questa la ragione: che siano restituiti i suoi diritti giusti e
santi e che, come ebbe principio la Creazione tutta, così ritorni tutta, nella nostra Divina Volontà”.
Maggio 28, 1929
Quando Gesù ha parlato del suo Volere si sono abbassati i Cieli; festa di tutto il Cielo. Il
Divin Volere: corona della Creazione e Redenzione. Dolore di Gesù perché non si conosce il
Fiat Divino.
La mia piccola intelligenza non fa altro che valicare il mare interminabile del Fiat Divino e,
come [Esso] forma le sue onde di luce, così mormora il suo linguaggio celeste e divino e mette
fuori i suoi segreti e con parole arcane si manifesta alla piccola anima mia; e molte volte il mio
dolce Gesù esce da dentro quelle onde di luce, corre, mi abbraccia e mettendosi la mano al suo
Cuore per sostenerlo, tanta è la foga del suo amore che sente, e parla del suo Volere Santissimo.
Onde mentre mi trovavo in questo stato, il mio amato Gesù mi ha detto:
“Figlia del mio Volere, se sapessi che amore che sento quando Mi decido di parlarti del mio
Fiat Divino! Ogni qualvolta che ti ho parlato di Esso i Cieli si sono abbassati, tanta era la stima
e la venerazione che sentivano e, facendo omaggio a ciò che Io dovevo dire ed abbassandosi, Mi
sboccavano35 dalla Patria Celeste e tutti si mettevano sull’attenti ad ascoltarmi; e mentre Io parlavo, sentivano in loro nuove creazioni di vite divine, nuove gioie, nuove bellezze. Perché quando si tratta di parlarti di altre conoscenze del mio Fiat Divino, tutto il Cielo sentono la potenza di
Esso e fanno a gara ad ascoltare ed a ricevere i nuovi effetti di quelle conoscenze. Sicché è stata
la festa di tutto il Cielo quante volte ti ho parlato del mio Volere Santissimo, perché si sentiva
raddoppiare la felicità, e solo il Cielo poteva contenere tutti i mirabili effetti, le pure gioie d’una
sola conoscenza del mio Fiat. Così solo potevo parlarti di Esso: col Cielo abbassato, per ricevere i suoi atti riverenti e gli omaggi dovuti alla mia Divina Volontà. È tanto l’amore ed il desiderio che sento di farla conoscere che, se fosse necessario, Io m’incarnerei di nuovo per ottenere
che la mia Volontà fosse conosciuta e regnasse sulla terra; ma ciò non è necessario, perché essendomi incarnato una volta, la mia Incarnazione sta sempre in atto e tiene virtù di riprodurre gli
stessi effetti come se di nuovo m’incarnassi.
Ed è stato solo per il decoro del mio Fiat che ti ho scelta, ti ho purificata da ogni germe di
corruzione, Mi son rinchiuso nell’anima tua non solo in modo spirituale ma anche naturale, in
modo di servirmi di te come velo per coprirmi, quasi come me ne servii della mia Umanità come
velo per nascondere la mia Divinità e, per averti a mia disposizione, ti ho segregata da tutto, ti ho
confinata dentro un letto - e per sì lunghi anni! - per darti le sublimi lezioni sul mio Eterno Fiat e
farti bere a sorsi a sorsi le sue conoscenze e la sua vita. La storia lunga di Esso richiedeva tempo
per narrartela e fartela comprendere.
34 togliergli
35 mi sboccavano, cioè: venivano verso di me
21
Io posso dire che ho fatto di più della36 Creazione e Redenzione, perché il mio Volere racchiude l’una e l’altra ed è principio e mezzo di esse e sarà fine e corona della Creazione e Redenzione, in modo che senza la mia Volontà non conosciuta né regnante e dominante sulla terra,
le nostre opere saranno opere scoronate ed incompiute; ecco perciò tanto interesse di farla conoscere. Le nostre stesse opere, fatte con tanto amore e magnificenza, stanno sotto l’incubo d’un
gemito inenarrabile e quasi sotto una umiliazione profonda, perché la vita, la sostanza essenziale
che nascondono non è conosciuta ancora; si conoscono i veli, l’esteriorità della Creazione e Redenzione, e la vita che nascondono è ignorata. Come possono dare la vita che nascondono ed i
beni che posseggono? Perciò le nostre opere sospirano, reclamano i loro giusti diritti: che sia
conosciuta la mia Divina Volontà! Ah, sì, Essa sola sarà la gloria, la corona imperitura ed il
compimento delle opere nostre!
Or tu devi sapere che Io Mi trovo in te nascosto col dolore nel Cuore, come Mi trovavo negli ultimi anni quando la mia Umanità viveva quaggiù sulla terra ed Io, Verbo del Padre, ero nascosto in Essa. Dopo tanti sacrifici, dopo tanto mio dire ed esempi dati, guardavo la terra, guardavo i popoli ed anche quelli che Mi circondavano, senza gli effetti della mia venuta sulla terra;
i frutti, i beni della mia venuta sulla terra scarseggiavano tanto, che il mio Cuore era torturato nel
sentirmi respingere i tanti beni che volevo dar loro; ed accresceva il mio dolore che vedeva che,
avendo compiuto nella mia Umanità ciò che dovevo fare per redimerli, stavo per ripartire per il
Cielo. Com’è doloroso voler far del bene anche a costo della propria vita e non trovare a chi dare questi beni!
Ora così Mi trovo in te; guardo i miei ed i tuoi sacrifici, guardo l’ordine che ho tenuto, le
tante lezioni che ti ho dato, bastanti a far conoscere la mia Divina Volontà per formare il suo Regno; e se non finisco di dire è perché la sua storia è eterna - e ciò che è eterno tiene il suo dire
eterno che non finisce mai - e ché il dire sul mio Fiat si eternerà nel Cielo. Guardo quelli che ti
circondano e che sanno ciò che riguarda il mio Volere, senza vero interesse di far conoscere un
tanto bene. Guardo la tua stessa umanità che Mi serve come cattedra dove impartisco le mie lezioni - e che tu stessa non puoi negare che Mi senti in te sensibilmente muovere, parlare, soffrire,
e che sto proprio in te per formare il mio Regno e farlo conoscere - e mentre ti guardo veggo che
neppure la tua umanità deve stare a lungo sulla terra, ed il mio Cuore sente le strette del dolore
che il gran bene che vuol fare la mia Divina Volontà neppure è conosciuto - le sue conoscenze
sono come sepolte - e che, mentre vogliono dar vita, felicità, luce, restano come carcerate tra Me
e te e nelle carte che con tanta tenerezza d’amore ti ho fatto scrivere. Perciò figlia mia, compatisci al mio dolore, adora le mie disposizioni nel tenerti ancora sulla terra; lo so che ti è molto duro, ed Io ti compatisco e, mentre ci compatiremo a vicenda, facciamo quanto è da noi per far conoscere la mia Divina Volontà”.
Dopo di ciò stavo facendo i miei atti nel Voler Divino, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
“Figlia mia, il mio Fiat tiene il suo atto primo nella nostra Divinità, il suo atto primo nella
Creazione e Redenzione ed in tutte le cose e perciò tiene il giusto diritto di dominare tutto e di
coinvolgere tutti e di essere la prima ruota che, movendosi, tutto muove intorno a sé e [tutte le
cose] le girano intorno. Sicché chi prende la mia Volontà come vita, prende tutto; e come la
prima ruota si muove, così tutte le cose si danno all’anima, tanto che non ha bisogno di chiedere;
tutte, come girano intorno al mio Volere, si danno a lei. Perciò la cosa più necessaria è prendere
la mia Divina Volontà, e se ciò [l’anima] ha fatto, ha fatto tutto ed ha preso tutto: tutto è suo.
Succede come ad una macchina: se si muove la prima ruota del centro di essa, le ruote seconda-
36 che nella
22
rie tutte girano, ma se non si muove la prima ruota, tutte restano ferme e non vi è potenza o artefice che tiene virtù di muovere le ruote secondarie; ma se muove la prima, da per se stesse le altre girano e fanno i loro uffizi. Perciò l’attenzione e l’arte dev’essere per la prima ruota, tutto il
resto viene da sé. Tale è la mia Volontà; chi La possiede non ha bisogno di nulla”.
Maggio 31, 1929
Come il vero amore ha bisogno d’uno sfogo. La Creazione fu uno sfogo d’amore, come
pure la Redenzione ed il Fiat Divino. Che significa uno sfogo divino.
Mentre scrivevo, pensavo tra me: “Quanti sacrifici per scrivere, quante notti di veglia,
quanto tempo impiegato! Solo Gesù è stato testimone, che avendo compassione di me mi sorreggeva, mi aiutava, m’imboccava i vocaboli e molte volte mi faceva da dettatore; ma quale ne
sarà l’utile di tante premure di Gesù per farmi scrivere e di tante mie lotte interne per vergare
sulla carta ciò che Gesù mi faceva sentire dentro di me? Quale utile di tanti sacrifici sostenuti?
Chi si prenderà la briga di leggerli, di farli conoscere, affinché portino il bene di tante Verità sulla Divina Volontà in mezzo alle creature? Credo nessuno e tutti i sacrifici rimarranno nelle carte. Del resto se ho scritto lo ho fatto solo per timore, per non dispiacere Gesù e solo e sempre
per ubbidire”. Onde con questi pensieri seguitavo a scrivere; quindi dopo finito mi son messa a
pregare, ed il mio dolce Gesù è uscito dal mio interno e stringendomi fra le sue braccia mi ha
detto:
“Figlia mia, l’amore vero ha bisogno d’uno sfogo; Io non potevo contenere più in Me questo sfogo intenso di far conoscere la mia Volontà, le sue conoscenze, il suo valore immenso e,
come vuol formare il suo Regno sulla terra. Il mio Cuore si trova nella foga delle fiamme, che
voglio dare questa sorpresa alle umane generazioni: il Regno della mia Divina Volontà sulla terra! Sorpresa da loro non aspettata. Ed il mio amore contenuto gemeva, delirava ed era divorato
da fiamme inestinguibili, ché voleva far conoscere che voleva dar loro questo gran bene, bene
che sorpassa tutti gli altri beni, qual è il Regno del mio Fiat Divino.
Questo gran bene lo diedi al principio della Creazione, perché dalla nostra Divinità non escono mai beni ed opere incomplete; Ci fu respinto dall’uomo e Noi ebbimo il dolore di sentire
respingere indietro la vita, la sostanza, i beni e la parte più essenziale della Creazione, e l’uomo
rese per sé tutte le opere nostre incomplete e non si è dato mai pensiero di riacquistare ciò che Ci
respinse. Ma mentre lui non ci pensava, Noi ci pensavamo e formava il nostro martirio d’amore,
martirio che Ci è durato circa seimil’anni, martirio segreto che accresceva le nostre fiamme e Ci
divoravano, [tanto] che non potendo più contenerle ho voluto venire da te e rompere il segreto,
perché sentivo il bisogno di farti uno sfogo d’amore e dirti: ‘Voglio dare ciò che l’uomo Mi respinse, voglio che il mio Volere regni sulla terra’; e per farlo venire a regnare dovei fartelo conoscere, quindi la necessità di manifestarti tante sue conoscenze.
Onde se nessun bene ed utile porteranno i tuoi sacrifici di scrivere - ciò che non sarà - necessitavano al mio amore e sono serviti a formare il mio sfogo e ad alleggerirmi dalle fiamme
che Mi divoravano. Sicché ogni conoscenza sul mio Fiat Divino era uno sfogo d’amore contenuto che ti facevo, era una nuova Creazione che Io mettevo fuori, era un legare la Divina Volontà all’umana, per riordinarla di nuovo secondo l’ordine da Noi creato; era vita che usciva da Me,
sostanza e parte essenziale per poter formare il Regno della mia Divina Volontà sulla terra.
23
Se tu sapessi che significa uno sfogo divino! Sfogo d’amore fu la Creazione, ed oh, quanti
beni non uscirono da questo sfogo! Cieli, stelle, soli, mari, terra fiorita, e poi l’uomo formato
con tale arte che cieli e terra stupirono del modo com’è formato l’uomo. Questo sfogo sarebbe
continuato e cose più belle dovevano uscire da Noi, ma l’uomo col respingerci la nostra Volontà
Divina Ci chiuse questo sfogo ed arrestò le opere nostre e per ben quattromil’anni il nostro sfogo
non ebbe più uscita. Ma il nostro amore sentiva il bisogno di sfogare, voleva i suoi diritti, voleva
mettere fuori le sue fiamme vitali, ed erompendo il suo lungo sfogo creò la Vergine Santissima,
alla quale procedette l’Incarnazione del Verbo. Quante meraviglie in questo secondo sfogo, quale utile, quanti beni non hanno ricevuto le creature? Ma questo nostro sfogo restò a metà ed il
nostro amore dovette contentarsi ad aspettare altri duemil’anni per poter rompere di nuovo il suo
sfogo e mettere fuori tutti i suoi segreti, le maraviglie più intime della nostra Divinità, i doni più
grandi che ci vogliono per fare regnare la nostra Volontà Divina in mezzo alle creature.
Se tu sapessi che significa uno sfogo divino! E, come nella Creazione il nostro sfogo fece
opere grandi, magnanime ed è utile e continua la sua vita, come lo sfogo della Redenzione porterà i suoi mirabili effetti e la vita redentrice alle umane generazioni, così questo sfogo di far conoscere che il mio Fiat Divino vuol formare il suo Regno, e tutto ciò che hai scritto sulle sue conoscenze, avranno la vita in mezzo alle creature. Perciò per ora lasciami sfogare, ed Io ci penserò
come rendere utile ciò che ti ho manifestato”.
Giugno 4, 1929
Come l’anima va facendo la Divina Volontà, così questa si dilata e cresce la vita divina
nell’anima e l’anima cresce nel Seno del suo Celeste Padre. Come chi vive in Essa chiama
[al]l’appello tutta la Creazione. Come chi esce dalla Divina Volontà, lui esce e i suoi atti
restano.
Il mio abbandono nel Fiat continua, sento in me tale un bisogno di vivere in Esso, che mi si
è reso più necessario della mia stessa natura, anzi la natura me la sento cambiata in Volontà di
Dio, me la sento in Essa sperduta, ed in tutte le cose invece di trovare me stessa, trovo quel Fiat
che mi dice:
“Io sono la tua vita; corri, corri sempre in Me, nel mare della mia luce per vivere degli atti
miei, della mia santità, della mia felicità e di tutti i beni che posseggo”. Ma mentre valicavo il
mare del Fiat Divino, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
“Figlia mia, come l’anima va operando nel mio Voler Divino, così Esso si dilata di più nella
creatura, in modo che ogni atto in più fatto in Esso, tanta crescenza di più fa in lei. Sicché si vede in modo mirabile crescere la vita divina nella creatura. Ma non è tutto; come cresce la vita
divina nella creatura, così, quanti più atti fa nel mio Fiat Divino, tanto più cresce la creatura nel
Seno del suo Celeste Padre. L’Ente Supremo apre il suo Seno e [vi] chiude questa felice creatura per crescerla a modo divino, per vestirla con vesti regali, per imboccarle il cibo colle loro37
mani, per abbellirla di rara bellezza. Tutto il Cielo resta sorpreso, rapito, nel vedere che il loro
Creatore cresce nel suo Seno una creatura, e dicono fra loro: ‘Qualche cosa di grande farà di lei,
ché l’ama tanto e la custodisce tanto che la cresce nel suo Seno Paterno’. E tutti aspettano la
piena crescenza di questa creatura, per vedere ciò che ne sarà di lei.
37 delle Tre Divine Persone
24
Perciò il prodigio di vivere del mio Volere è singolare. Esso comunica tale potenza a chi
vive in Esso, che [l’anima] entra ovunque e, Dio stesso ama e vuole crescerla nel suo Seno divino. Oltre di ciò è tale e tanta la potenzialità e diffusione dell’atto fatto nella mia Divina Volontà,
che dovunque si diffonde; si stende nel cielo e chiama come all’appello le stelle, si stende nel
sole e chiama all’appello la luce, investe l’aria, il vento, il mare e chiama all’appello gli uccelli,
la forza del vento, le acque ed i pesci e, mettendoli tutti in ordine, [l’anima] dice a tutti col suo
atto: ‘Inchinatevi ed adoriamo con doppio omaggio il nostro Creatore; quel Fiat che ci creò sta
nel mio atto ed io voglio creare con Esso nuovo amore, nuova adorazione e gloria al nostro Creatore’. E non solo si stende in tutte le cose create, ma si stende negli atti della Vergine, in tutti gli
atti che Io feci sulla terra, negli atti del suo Creatore, in quelli di tutti i Santi e, dal primo
all’ultimo, tutti li chiama all’appello e vi fa scorrere dentro la nuova vita d’amore, d’adorazione,
di gloria a Colui che l’ha creata38. Si può dire che dovunque c’è la mia Divina Volontà, si stende
l’atto della creatura fatto nella Mia [Volontà]; fin nell’inferno sentono la potenza che una creatura opera nel mio Fiat Divino, perché come tutto il Cielo sentono la nuova felicità, la gloria ed il
nuovo amore dell’atto della creatura fatto nel mio Volere, così l’inferno sentono il nuovo tormento di quella Volontà Divina che respinsero e che, mentre sta con loro con giustizia, [vi] sta
per tormentarli, ed ogni volta che la creatura opera in Essa, sentono il peso della giustizia più
grave sopra di loro e si sentono bruciare di più. Come niente sfugge dal mio Fiat Divino, così
niente sfugge a chi opera in Esso, ed ogni qualvolta ripete i suoi atti, tante volte chiama l’appello
per essere sicura che nessuno manca nell’atto suo di dare la nuova gloria, adorazione ed amore a
quel Dio tre volte Santo ed a quella Volontà Divina che con tanto amore le fa il posto a farla vivere in Essa e la fa distendere nella sua interminabilità”.
Dopo di ciò stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino ed andavo raccogliendo tutte le cose
create, tutti gli atti delle creature per formarne un atto solo nell’unità di Esso; ed il mio amabile
Gesù ha soggiunto:
“Figlia mia, la sola mia Divina Volontà possiede l’Atto Unico e nella sua unità abbraccia
tutto, fa tutto, dà vita a tutto; ma mentre fa un solo atto, quest’atto tiene la sorgente di tutti gli atti insieme e, mentre [questi] sono effetti dell’unico atto, si spargono in tutto il creato e scendono
a bene delle creature come atti reali, mentre nell’unità dell’Atto Solo del Fiat Divino è sempre
un solo atto, tanto che mai distacca da Sé un solo effetto né lo può distaccare, perché tutti gli effetti formano l’unità del suo Solo Atto. Succede come al sole, una è la luce, uno è l’atto di luce
che continuamente manda alla terra, ma quest’unica luce come tocca la terra, gli effetti sono innumerevoli e reali, tanto vero che come la luce tocca la terra si veggono gli effetti cambiati in atti, in modo che si vede la varietà dei colori ai fiori, la diversità delle dolcezze ai frutti e tant’altre
cose. Forse il sole ha perduto un solo dei tanti effetti che come atti reali ha comunicato alla terra? Ah, no! Geloso li conserva nel suo solo atto di luce; molto più che la forza, la pienezza ed
il solo suo atto di luce è formato di tutti gli effetti che esso possiede. Sicché il sole, simbolo della mia Volontà Divina, possiede innumerevoli effetti, li dà come atti reali alla terra senza perderne nessuno e vi fa sempre un atto solo. Se ciò fa il sole creato da Noi, molto più lo fa la mia Divina Volontà.
Ora, figlia mia, l’uomo col fare la sua volontà uscì dall’unità della Mia e tutti gli atti suoi
perdettero la forza dell’unità e rimangono sparsi, chi ad un punto, chi ad un altro e, divisi fra loro. Questi atti umani, non avendo unità, non hanno sorgenti di effetti né pienezza di luce e perciò sono simboli di quelle piante e fiori che crescono senza sole, e siccome sono sparsi e divisi
tra loro, non hanno forza duratura e crescono misere e scolorite. Sicché l’uomo col fare la sua
38 che l’ha creata = che ha creato la creatura
25
volontà perde l’unità colla Mia, perde la sorgente della vita, perde la pienezza della luce. Ora
chi vive nel mio Volere Divino va raccogliendo tutti i beni sparsi dalle creature e vi forma un solo atto, e questi atti divengono diritto di chi fa e vive nel mio Fiat Divino. Non vi è bene che
non può prendere chi vive nel mio Volere; colla forza bilocatrice di Esso chiama, raccoglie ed
unisce tutti gli atti insieme, ed ordinandoli tutti nel mio Fiat Mi dà tutto e le do tutto”.
Dopo di ciò stavo seguendo i miei atti nel Voler Supremo e mille pensieri si affollavano
nella mia mente sopra le tante sue maraviglie, ma per non fare lungherie sulla carta dico solo
quello che mi ha detto Gesù:
“Figlia mia, ciò che si fa nella mia Divina Volontà resta sperduto in Essa, e come è inseparabile la luce ed il calore e, se si estingue la luce resta estinto il calore e se si dà vita alla luce, di
sua natura la luce fa sorgere insieme la vita del calore, così gli atti della creatura fatti in Essa39
sono inseparabili dal mio Volere; molto più che [la mia Volontà] non è soggetta ad estinguersi,
perché è luce eterna ed immensa. È perciò che Adamo, lui uscì da dentro la mia Volontà quando
peccò, ma gli atti suoi restarono in Essa; lui potette distaccarsi dai suoi stessi atti, ma gli atti
suoi fatti nel mio Volere né potettero uscire né distaccarsi, perché già avevano formato la loro vita di luce e di calore in Essa. Ciò che entra nella mia Volontà, [questi atti] perdono la [loro] vita
in Essa, formano la stessa vita, perdono i diritti di uscire, ed il mio Volere dice: ‘Questi atti sono
stati fatti in casa mia, nella mia luce, i diritti sono i miei e non c’è forza né umana né divina che
può fare uscire e separare un atto fatto dalla creatura nella mia Volontà’. Ecco perciò che gli atti
di Adamo fatti in Essa prima di peccare, stanno come atto primo da cui dipende la Creazione e
gli atti delle umane generazioni.
Ora supponi che tu uscissi da dentro la mia Volontà: tu esci e resti fuori, ma i tuoi atti non
escono né hanno diritto d’uscire né lo possono; e fino a tanto che tu resti nel mio Volere, i tuoi
atti sono i miei e sono i tuoi, ma se tu uscissi perdi i diritti e, siccome [i tuoi atti] sono stati fatti
nel Regno della mia Divina Volontà e non nell’umano volere, restano diritti miei ad onta che si
veggono e sono conosciuti che sono stati fatti da te. Ora tu devi sapere che tutto ciò che fai nel
mio Fiat, serviranno come atto primo alle altre creature per vivere nel Regno di Essa40, come ordine, regime e vita di quelli che vivano41 nel Regno del mio Fiat; perciò ti raccomando tanto nel
girare in Esso, ti vigilo, ti accompagno, molte volte lo faccio insieme con te: perché non solo
servono per te, ma devono servire come atti primi e come modelli di chi deve vivere nel Regno
del mio Fiat Divino”.
Giugno 9, 1929
Inseparabilità di chi vive nella Divina Volontà. Esempio del respiro. Esempio del sole,
come padroneggia tutto, va in cerca di tutto: tal è la Divina Volontà. Gara tra il sole e la
Divina Volontà.
Il mio abbandono nel Fiat Divino è continuo e la sua luce mi eclissa tanto la mia piccola intelligenza, che non so fare altro che pensare ora ad una Verità ora ad un’altra, della Divina Volontà; e quanto più la penso, tanto più bella e maestosa si fa innanzi a me e, con un amore indi-
39 Divina Volontà
40 Divina Volontà
41 vivranno
26
cibile, più che una tenera madre, apre il suo seno di luce e mette fuori un pasto di luce per chiuderlo nella sua piccola figlia. Ora mentre mi trovavo in questo stato, il mio dolce Gesù mi ha
detto:
“Figlia mia, come un respiro è vita dell’altro che segue, tanto che mentre si fa per uscire42 il
respiro, senza che si emette tutto chiama l’altro respiro, sicché si può dire che il respiro tiene la
sua vita e dà vita alla creatura perché è continuo - sono talmente uniti e stretti fra loro che sono
inseparabili -, come pure il palpito del cuore, un palpito chiama la vita all’altro palpito ed il palpito continuo forma la vita, tanto che se cessa il respiro ed il palpito, la vita non esiste più, tale è
l’anima che fa e vive nella mia Divina Volontà: è tale e tanta l’immedesimazione, la sua strettezza con Essa, più che43 sono stretti i respiri ed i palpiti tra loro. Perciò gli atti fatti nel mio Fiat
Divino sono come tanti respiri o palpiti che la creatura fa in Dio, in modo che diventa il respiro
divino, ed il mio Fiat forma il respiro di lei; quindi sono come vita a vicenda che ci scambiamo
per formarne una sola. Perciò gli atti fatti nella nostra Divina Volontà sono inseparabili da Noi
e, sentiamo il contento di respirare l’opera nostra e di sentirci nostra l’opera uscita da Noi e di
farla vivere in casa nostra e tanto stretta con Noi da respirare il suo stesso respiro”.
Onde continuavo a fare i miei atti nel Fiat adorabile, ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:
“Figlia mia, come il sole dall’alto della sua sfera stende la sua gran ruota di luce ed abbraccia
la terra dandole la vita dei suoi effetti di luce per farla germogliare, dà il bacio di vita della sua
luce a ciascuna pianta, a ciascun fiore, a ciascun albero, per suggellare sopra di ciascuna pianta,
a chi la vita del profumo a chi il colore a chi la dolcezza: a tutti vuol dare il suo abbraccio e bacio di vita, non si nega a nessuno, non rigetta qualunque sia la cosa, anche il più piccolo filo
dell’erba, anzi la luce stessa, volendola fare da regina che si vuole sviscerare, va in cerca di tutti,
vuol riconoscere tutto per formare in tutte le cose la vita che a ciascuna pianta ci vuole - non si
sentirebbe regina né [in] diritto d’essere regina se la sua luce non desse la sua vita a tutto, tanto
che nella sua gran ruota di luce racchiude tutto e pare che tutti lambiscono dalla luce del sole la
vita, la bellezza, la varietà dei colori, la crescenza, né vi passa44 il mare, i fiumi, i monti, per formarvi le sue tinte argentine e l’orizzonte d’oro e d’argento nel fondo di esse45: oh, come il sole
colla sua luce padroneggia tutto, ma non per opprimere né per fare male a nessuno, ma per vivificare, per abbellire e per darsi vita di tutto; pare che nel suo muto silenzio dice a tutti: ‘Quanto
vi amo! Il mio amore è esteso quanto è estesa la mia gran ruota di luce, il mio amore per la terra
è sostanzioso e pieno di vita, né mai mi cambio; dall’altezza della mia sfera sono sempre al mio
posto per abbracciarla, amarla e darle vita’. Quindi la terra vive nella gran ruota della sua luce e
ciascuna cosa tiene la bocca aperta per ricevere la vita degli effetti della luce del sole. Oh, se
mai sia, il sole si potesse ritirare dalla terra o la terra si potrebbe46 opporre a ricevere i doni e la
vita della luce del sole, non ci sarebbe giorno ma notte perenne e la terra rimarrebbe senza vita,
senza calore, il dolce non esisterebbe più! Che squallida miseria, che cambiamento funesto, che
terrore diventerebbe la terra! -, tale è la mia Divina Volontà: più che sole per le creature, nella
sua gran ruota interminabile di luce, va in cerca di tutti per farsi riconoscere e formare in ciascuna creatura la sua vita di bellezza, di santità, di luce e di dolcezza infinita; vuole distruggere in
42 emettere
43 di quanto
44 vi passa = tralascia
45 essi
46 potesse
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esse47 tutte le amarezze, le bruttezze, le miserie e, col suo bacio di vita, soffiandole, vuole trasmutarle in buono, in bello, in santo.
Ma ahimè! Il sole creato dal mio Fiat fa tanti prodigi alla terra e con la maestà tutta sua vi
stende il suo manto di luce, di bellezza e ad ogni suo tocco dà la vita che possiede a ciascuna cosa, ed il mio Fiat resta col dolore di non poter comunicare i beni che possiede e la sua vita divina
nelle anime perché esse si oppongono a riceverla e non vogliono lambire la luce del mio Volere;
e perciò si trovano come la terra se si potesse opporre a ricevere la luce del sole: in piena notte,
squallide, deboli, e molte fanno terrore a guardarle. La mia Divina Volontà è pregna di tante vite
divine, di tante bellezze e di tanti beni che vuol darle48; si vorrebbe sviscerare per chiudere nel
suo seno di luce le creature e farne di ciascuna un prodigio di santità, di bellezza, distinte l’una
dall’altra, per formare il suo Cielo in terra; ma la volontà umana si oppone ed il mio Fiat sente
l’intenso dolore, più che madre quando non può dare alla luce il suo parto.
Ecco perciò, figlia mia, la mia Volontà Divina vuol farsi conoscere, vuole formare il suo
Regno, perché questi suoi figli vivranno volontariamente nella sua e della sua luce, staranno colle bocche aperte a ricevere i suoi baci, i suoi abbracci ed i suoi effetti, per formare la sua vita divina in loro. Allora sì, si vedranno i prodigi che sa fare e può fare il mio Volere, tutto si cambierà e la terra diventerà Cielo. Ed allora il sole che sta sotto la volta del cielo ed il Sole del mio Eterno Volere si daranno la mano, anzi si metteranno a gara a chi più potrà fare prodigi, il sole alla
terra e la mia Volontà alle anime; ma la mia [Volontà] sfoggerà di più, tanto da formare un nuovo incanto di prodigiose bellezze non mai viste a tutto il Cielo ed a tutta la terra”.
Giugno 14, 1929
Conti con Gesù. L’anima: banco della Divina Volontà. Ricordi indimenticabili.
L’Eden.
Stavo seguendo il mio giro nel Fiat Supremo e la mia piccola mente, giunta nell’Eden, stava
dicendo: “Maestà adorabile, vengo innanzi a Te per portarti il mio tenue interesse del mio Ti
amo, Ti adoro, Ti glorifico, Ti ringrazio, Ti benedico, per darti il mio piccolo interesse che mi
hai dato un cielo, un sole, un’aria, un mare, una terra fiorita e tutto ciò che hai creato per me. Tu
mi dicesti che ogni giorno vuoi fare i conti con me e ricevere questo mio tenue interesse, per
starci sempre d’accordo e tenere al sicuro nel piccolo banco dell’anima mia tutta la Creazione
datami da te, come [a] piccola figlia del tuo Volere”. Ma mentre ciò facevo, il pensiero mi ha
detto: “Ma come puoi tu soddisfare ad un interesse sì grande? E poi, che gran che è un tuo Ti
amo, Ti adoro, Ti ringrazio?” Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
“Figlia mia, questo fu un accordo tra Me e te, che Io mettevo nel banco dell’anima tua la
Creazione tutta e tu dovresti darmi49 l’interesse di riempirla col tuo Ti amo, Ti adoro, Ti ringrazio; e siccome ti vidi impacciata di un capitale sì grande e, temendo, volevi respingermi il gran
dono, Io per incoraggiarti a riceverlo ti dissi: ‘Mi contento d’un tenue interesse, e faremo i conti
tutti i giorni qui nell’Eden; così staremo d’accordo e sempre in pace, e tu non starai in pensiero
47 creature
48 dare alle anime
49 dovresti darmi = mi avresti dato
28
che il tuo Gesù ha messo nel banco tuo un capitale sì grande’. E poi non sai tu il valore d’un Ti
amo nella mia Divina Volontà? Essa riempie il cielo, il sole, il mare, il vento, dovunque stende
la sua vita; onde come tu dici il tuo Ti amo, Ti adoro e tutto il resto che puoi dire, il mio Fiat
stende il tuo Ti amo nel cielo, ed il tuo Ti amo si fa più esteso del cielo; il tuo Ti adoro si stende
nel sole e si fa più largo e più lungo della sua luce; il tuo Ti glorifico si stende nel vento e gira
per l’aria, per tutta la terra, ed i suoi gemiti, le ondate di vento ora carezzevoli ed ora impetuose,
dicono: ‘Ti glorifico’; il tuo Ti ringrazio si stende nel mare, e le gocce dell’acqua ed i guizzi dei
pesci dicono: ‘Ti ringrazio’. Ed Io veggo il cielo, le stelle, il sole, il mare, il vento, riempiti del
tuo Ti amo, delle tue adorazioni e simili, e dico: ‘Come son contento che tutto ho messo nel
banco della piccola figlia del mio Volere, perché lei Mi paga l’interesse da Me voluto e, siccome
vive in Essa50, Mi dà un interesse divino ed equivalente, perché il mio Fiat estende i suoi piccoli
atti e li rende più estesi di tutta la Creazione’.
Ed Io quando ti veggo venire nell’Eden per darmi il tuo tenue interesse, ti guardo e veggo in
te la mia Divina Volontà raddoppiata, una in te e l’altra in Me - mentre è una! - e Mi veggo pagare l’interesse dalla mia stessa Volontà ed Io ne resto soddisfatto. Ed oh, come son contento nel
vedere che il mio Fiat ha dato virtù alla creatura di farsi raddoppiare, per farla soddisfare al suo
Creatore! Figlia mia, quante cose indimenticabili ci sono in questo Eden! Qui il nostro Fiat creò
l’uomo e sfoggiò tanto in amore che a torrente si riversò sopra di lui, tanto che sentiamo ancora
il dolce mormorio con cui Ci riversavamo sopra di lui; qui cominciò la vita del nostro Fiat nella
creatura ed il dolce e caro ricordo degli atti del primo uomo fatti in Essa51; questi atti esistono
tuttora nel nostro Volere e sono come pegni che lui rinasca per riavere il Regno del nostro Fiat.
In quest’Eden c’è il doloroso ricordo della caduta dell’uomo, l’uscita che fece dal nostro Regno,
sentiamo ancora i passi quando uscì dal nostro Fiat Divino; e siccome questo Eden era stato dato a lui finché vivesse in Esso52, perciò fummo costretti a metterlo fuori, ed ebbimo il dolore di
vedere l’opera a Noi più cara senza Regno suo, ramingo e dolorante. L’unico nostro sollievo furono i pegni degli atti suoi rimasti nel nostro Volere; questi chiamavano i diritti dell’umanità a
rientrare da dove uscì. Ecco, perciò ti aspetto nell’Eden per ricevere il tuo tenue interesse, per
rinnovare ciò che fecimo nella Creazione e ricevere il ricambio d’un tanto amore non compreso
dalle creature, e per trovare un amoroso pretesto di dare il Regno della nostra Divina Volontà.
Perciò voglio che sia anche a te caro questo Eden, affinché Ci preghi, Ci pressi che ritorni il
principio della Creazione, la vita del nostro Fiat in mezzo all’umana famiglia”.
Giugno 19, 1929
La Divina Volontà e la vita operante di Essa nella creatura. Differenza di chi vive e di
chi non vive nel Fiat Divino.
La mia povera mente si perdeva nel Fiat Divino; sentivo il dolce incanto della sua luce rapitrice e pensavo tra me: “Ma che cosa è questa Divina Volontà nella povera anima mia?” Ed il
mio amato Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto:
50 Divina Volontà
51 Divina Volontà
52 Fiat Divino
29
“Figlia mia, qual fortuna la tua: vivere sotto il dolce incanto del mio Volere Divino! E non
sai tu che Essa53 quando vi prende possesso della creatura vi forma la sua vita operante, in modo
che come opera in Sé stessa così opera in chi regna? S’impone su tutto, si stende colla sua luce
nella piccolezza della creatura, vi forma il suo dolce incanto all’umana volontà per essere più libera di formare la sua vita; e siccome la vita divina del mio Fiat è composta di atti ripetuti non
mai interrotti, non è soggetta a fermarsi, ecco, perciò senti in te un atto che non finisce mai, una
luce che mai si spegne, un amore che sempre arde. Non è così per chi non vive nel mio Volere;
essi sentono la vita divina interrotta nel loro interno, i loro atti spezzati, ora si sentono di un modo ed ora d’un altro, la loro volontà non è investita da una luce continuata che dolcemente la pasce e l’incanta e [che] sentendo il dolce del mio Volere non si dà nessun pensiero d’uscire in
campo per operare umanamente; e, [tali anime] se sentono luce, è ad intervallo.
Simbolo di chi vive nella mia Divina Volontà è chi potesse stare sempre sotto il sole; la sua
luce non finisce mai né ha bisogno d’essere alimentata per non spegnersi, sicché chi potesse vivere sotto il sole si sentirebbe piovere sempre luce e, siccome la luce contiene mirabili effetti, si
pascerebbe di dolcezze, di profumi, di varietà di colori, di luci, in modo da sentirsi formare in sé
stessa la vita del sole. Invece per chi non vive nel mio Volere, ancorché non fosse cattivo, è
simbolo di chi vive sotto la luce del basso mondo, la quale [luce] non tiene virtù né forza di formare un dolce incanto di luce, da eclissarla54 tanto da non poter guardare altro che luce; è soggetta a spegnersi spesso spesso, perché non possiede in natura la virtù alimentatrice continuata e,
se non si alimenta, la sua luce finisce. E siccome una luce formata dalla creatura non possiede
né dolcezza né colori né profumi, [la creatura] non può sentirsi in sé formarsi la vita di quella luce. Oh, gran differenza per55 chi vive nel mio Volere Divino e per chi56 vive fuori di Esso!”
Sia tutto a gloria di Dio ed a bene della povera anima mia...
Giugno 2757, 1929
Regalo a San Luigi. Com’era necessario che [Gesù] intrecciasse Luisa nelle
manifestazioni sulla Divina Volontà. Trasmissione d’umano e divino. Diritti divini che
acquista la creatura.
Avendo fatta la Santa Comunione la stavo offrendo a gloria di San Luigi, ed offrivo per regalo a lui stesso tutto ciò che aveva fatto Nostro Signore nella sua Divina Volontà, colla sua
mente, colle sue parole, opere e passi, a gloria accidentale di San Luigi nel giorno della sua festa.
Ora, mentre ciò facevo, il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno, mi ha detto:
“Figlia mia, regalo più bello non potevi farlo nel giorno della festa del caro San Luigi; come tu offrivi la tua Comunione e tutti gli atti miei fatti nella mia Divina Volontà, si formavano
tanti soli per quanti atti Io feci in Essa stando sulla terra, e questi soli hanno investito San Luigi,
in modo che ha ricevuto tal gloria accidentale dalla terra, che più non poteva riceverne. Le sole
offerte degli atti fatti nella mia Divina Volontà tengono virtù di formarsi soli, perché contenendo
53 Divina Volontà
54 eclissare la creatura
55 tra
56 per chi = chi
57
forse = 21
30
pienezza di luce, non è maraviglia che [la Divina Volontà] converte gli atti umani fatti in Essa in
soli”.
Dopo di ciò stavo pensando fra me: “Come sarà? In tutte le cose che il benedetto Gesù mi
ha detto sulla sua Divina Volontà ci è sempre intrecciata la mia povera persona in mezzo; di rado, qualche volta ha parlato solo del suo Fiat Supremo”. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce
Gesù è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:
“Figlia mia, era necessario che intrecciassi la tua persona nelle manifestazioni che ti ho fatto sul mio Fiat Divino; primo, perché ogni manifestazione che ti facevo erano vincoli che facevo tra te e la mia Divina Volontà, erano doni e proprietà che ti affidavo, che58 dotandoti veniva
vincolata l’umana famiglia al nuovo acquisto del Regno di Essa - se non intrecciavo te in mezzo,
non erano né vincoli né doni che Io facevo, ma semplici notizie e, perciò per farti una manifestazione sulla mia Divina Volontà stavo aspettando un tuo atto, una tua piccola pena ed anche un
solo tuo Ti amo, per prendere occasione di parlarti: volevo del tuo per darti del mio e poterti dare il gran dono del mio Divin Volere -; e poi, tutte le opere nostre esterne sono una trasmissione
di divino ed umano. Nella stessa Creazione c’è una trasmissione continua: il nostro Fiat creò il
cielo, lo tempestò di stelle, ma chiamò a vita la materia per farlo; creò il sole, ma chiamò a vita
la luce ed il calore come materia per formarlo; creò l’uomo: primo, formai la sua statua di terra,
infusi l’anima in lui e poi creai la vita del mio amore sopra di quest’anima, e poi si trasmise la
mia Divina Volontà colla sua per formare il suo Regno nella creatura. Non c’è cosa da Noi uscita e creata, che59 non c’è questa trasmissione d’umano e divino; le nostre opere più belle, la Creazione, l’Immacolata Regina, il Verbo Umanato: sono talmente vincolati l’umano e il divino,
che sono inseparabili. E perciò i cieli sono pregni di Dio, che narrano la mia gloria, la potenza e
sapienza nostra; la Vergine, la mia Portatrice; la mia Umanità, il Verbo Incarnato.
Ora volendo far conoscere la mia Divina Volontà, alla prima trasmissione che feci
nell’Eden, che Mi fu respinta, per poter uscire di nuovo in campo il Regno del mio Fiat Divino
Mi necessitava di formare la seconda trasmissione; e come potevo farla se non intrecciavo
un’altra creatura con vincoli quasi inseparabili nelle conoscenze, nella luce e nella stessa vita
dell’Eterno mio Volere? E se non ti intrecciavo in Essa, trasmettendo te in Essa ed Essa in te,
non avresti sentita in te né la sua vita né la sua luce permanente, né avresti sentito in te la necessità d’amarla e le brame di maggiormente conoscerla. Ecco, perciò mettevo te e Me in condizione, tu a darmi ed Io a darti; ed in quel dare reciproco formavo la conoscenza che volevo farti e
veniva realizzata la trasmissione della mia Volontà Divina colla tua, col renderti conquistatrice
del gran bene che ti facevo”.
Onde continuando il mio abbandono nel Fiat Divino che, per quanto mi affretti a valicarlo
tutto non ci riesco mai, anzi veggo che mi rimane tanto da camminare nel suo mare di luce, che
neppure posso scorgere dove finiscono i suoi confini interminabili. Sicché per quanto mi affretti, il mio cammino non finirà mai, terrò sempre da fare e da camminare nel mare dell’Eterno Volere. Quindi il mio dolce Gesù ha soggiunto:
“Figlia mia, quanto è grande il mare del mio Volere! Esso non ha principio né fine, perciò
la piccolezza della creatura non può né valicarlo né abbracciarlo tutto; ma però chi vive in Esso
si trova in via nel centro del mare, che non le sarà mai dato d’uscire da dentro il suo centro, perché non troverà mai né lido né confine di Esso. Anzi avanti e dietro, a destra ed a sinistra, non
troverà che mare di Volontà Divina, e [ad] ogni atto che emetterà in Essa le vien ridato un diritto
divino, perché essendo stato fatto il suo atto dentro ed insieme col mio Voler Divino, Esso con
58 con i quali
59 nella quale
31
Giustizia divina comunica all’anima il diritto della luce divina, il diritto della sua santità, il diritto della sua bellezza, della sua bontà, del suo amore. Lei vive nel mare del mio Volere con diritto, non da estranea ma da padrona, perché tiene gli atti suoi cambiati in diritti divini, che l’hanno
resa conquistatrice della mia Divina Volontà.
E se tu sapessi quanto godiamo, come Ci sentiamo felici nel vedere la piccolezza della creatura vivere nel mare del nostro Volere, non da estranea ma da padrona, non da serva ma da regina, non da povera ma ricchissima e, ricca dalle60 nostre conquiste che ha fatto nel nostro Fiat!
Perciò chi vive nel nostro Voler Divino sentirà in sé, con diritto, il dominio della luce, il dominio
della santità, il dominio della bellezza e di farsi bella come vuole; tiene la bontà a sua disposizione, l’amore come sostanza degli atti suoi, la mia Volontà Divina come vita propria e tutta sua.
E tutto ciò, con diritto divino dato da Noi stessi.
Perciò sii attenta nel moltiplicare i tuoi atti nel nostro adorabile Fiat”.
Luglio 8, 1929
Fiori che sboccia la Divina Volontà. Mormorio d’amore continuo, Amore delirante e
dolorante. Chi fa la Divina Volontà forma il mare di refrigerio all’Amore divino.
La mia piccolezza si sperde e resta soffogata nel mare del dolore delle privazioni del mio
amato Gesù; e sentendomi sofferente più del solito, sospiravo che la mia natura si disfacesse,
per uscirmene dalla mia carcere e prendere il volo alla mia Patria Celeste. Avrei voluto nel suo
Santissimo Volere girare ovunque e muovere Cielo e terra, affinché tutti insieme con me avessero un grido, una lacrima, un sospiro per questa povera esiliata, affinché tutti chiedessero la fine
del mio esilio. Ma mentre mi sfogavo nelle mie amarezze, il mio amabile Gesù è uscito da dentro il mio interno e dandomi un bacio e stringendomi fra le sue braccia mi ha detto:
“Figlia mia, quietati, son qui in te; ma mentre sono con te lascio il campo libero del lavoro
alla mia Divina Volontà e, siccome tiene il suo atto primo in te, ne avviene che avverti ciò che
Essa fa in te, il suo lavorio; ed Io che sto dentro di Essa, non senti che già sono insieme nel suo
lavoro, perché sono inseparabile dalla mia Divina Volontà e ciò che fa Essa faccio Io.
Ora, tu devi sapere che non solo nell’anima tua vuol fare, il mio Divin Volere, opera sua,
campo suo d’azione, dominio assoluto tutto suo, ma anche [nel]la terra del tuo corpo: sulle tue
sofferenze spande il suo bacio di luce e di calore, colla sua luce produce il seme, col suo calore
lo feconda e forma il germe, ed alimentando col continuo calore e luce questo germe, fa sbocciare i fiori di luce con tale varietà di colori, animati sempre dalla luce - perché non sa fare nessuna
cosa, né grande né piccola, che61 non fa correre dentro la sua luce -. Questi fiori non sono come
quelli della terra, che non hanno luce e sono soggetti a seccarsi; essi hanno vita perenne perché
alimentati dalla luce del mio Fiat, ed è tale e tanta la varietà della bellezza di essi, che formerà il
più bell’ornamento alla terra della tua umanità”.
Detto ciò ha fatto silenzio, ed io mi sentivo immersa nel mare del Voler Divino; ed il mio
dolce Gesù ha ripreso a dire:
60 delle
61 in cui
32
“Figlia mia, il mare della nostra Divinità mormora sempre senza mai cessare; ma sai tu che
dice nel suo mormorio? ‘Amore! Amore!’ verso la creatura; ed è tanta la foga del nostro amore,
che nel nostro mormorio continuo sbocchiamo amore e formiamo tali onde altissime, da poter affogare cielo e terra, le creature tutte, tutto d’amore. E vedendo che non si fanno riempire tutte
del nostro amore, col desiderio di vedere sboccare le creature del nostro amore, si forma in Noi
l’amore delirante e, nel nostro delirio, mettendo da parte l’ingratitudine umana e mormorando,
ripetiamo più forte: ‘Amore! Sempre amore!’, a chi disconosce e non prende il nostro amore
per farsi amare e darci amore.
Ora, il nostro Amore respinto si atteggia in Amore dolorante. Ma sai tu chi viene a mettere
refrigerio e calma ai nostri deliri amorosi? Chi raddolcisce e fa sorridere il nostro Amore dolorante? L’anima che vive nel nostro Volere Divino! Esso forma il suo mare nella creatura, il nostro mare ed il suo si tuffano insieme, ed uno scorre nell’altro; ed oh, com’è dolce il mormorio
della creatura nel nostro mormorio, che ripete continuamente: ‘Amore! Amore, sempre amore al
mio Creatore, alla mia eterna Vita, a Colui che tanto mi ama!’ Vedi dunque: chi vive nel nostro
Fiat Divino è il nostro refrigerio al nostro Amore che Ci divora e, forma il mare dolce al nostro
Amore dolente.
Oh, prodigio del nostro Volere Divino, che facendo uso del suo potere forma il suo mare
nella creatura e, mettendola a gara con Noi, non solo la fa mormorare continuamente amore, ma
la eleva tanto che tuffandola nel nostro mare, quando Ci sentiamo affogati, divorati dal nostro
amore che non potendolo contenere sentiamo necessità d’amore, Ci fa sboccare nel mare che il
nostro Fiat ha formato nella creatura che vive in Esso e mette tregua ai nostri deliri amorosi e,
refrigerandoci col suo amore, Ci raddolcisce! Come non amare colei che vive nel nostro Volere?”
Luglio 14, 1929
Come la Divina Volontà vuole libertà assoluta per formare la sua vita. Diversi modi
d’agire di Gesù in Luisa.
Continua il mio solito abbandono nel Fiat Supremo, mi sento che non mi dà un momento
libero, tutto vuole per Sé in modo imperante, ma dolce e forte insieme, è talmente attraente che
l’anima si farebbe mettere lei stessa le sue dolci catene per non opporsi menomante a ciò che il
Divin Volere vorrebbe fare sopra di lei ed in lei. Onde mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù
movendosi nel mio interno mi ha detto:
“Figlia mia, non ti meravigliare se la mia Divina Volontà non ti lascia libera in nulla, perché
Essa non vuole formare atti semplici ed opere, ma vita, e chi deve formare una vita gli necessitano atti continui e, se cessa l’atto continuo la vita non può crescere né formarsi né avere la sua vera esistenza.
Ecco, perciò la mia Volontà Divina volendo formare la sua vita divina in te, vuole essere libera, vuole libertà assoluta e, col suo atto incessante che possiede in natura, si riversa sulla creatura e stendendosi colle sue ali di luce più che materne investe ciascuna fibra del cuore, ciascun
palpito, respiro, pensiero, parola, opera e passo, lo riscalda e col suo bacio di luce vi imprime la
sua vita a ciascun atto della creatura, e mentre distrugge l’umana, si costituisce Essa stessa vita
divina in lei. E siccome dalla volontà umana non possono uscire che atti tenebrosi, la mia Volontà non vuol fare mescolanza e perciò sta sull’attenti per poter formare la sua vita tutta di luce
33
in chi liberamente Le ha data libertà di farla regnare; perciò la sua attitudine è mirabile e
tutt’occhio perché nulla le sfuggisse; e con amore incredibile, per vedere formata la sua vita nella creatura, si fa palpito per ogni palpito, respiro per ogni respiro, opera per ogni opera, passo per
ogni passo, anche sui piccoli nonnulla della creatura corre, si stende e vi mette la potenza del suo
Fiat e vi crea il suo atto vitale.
Perciò sii attenta nel ricevere il suo atto continuo, perché si tratta di vita, e la vita ha bisogno di respiro, di palpito continuo e di alimento giornaliero. Le opere si fanno e si mettono da
parte, né hanno bisogno che si tengano sempre fra le mani per essere opere, ma la vita non si può
mettere da parte, se cessa l’atto continuo, muore. Perciò ti necessita l’atto continuo del mio Volere, tu a riceverlo ed Esso a dartelo, per fare che la sua vita in te potesse vivere, formarsi e crescere colla sua pienezza divina”.
Dopo di ciò mi sentivo oppressa nel pensare alla mia povera esistenza, specie nello stato in
cui mi trovo. Quanti cambiamenti ho dovuto subire anche da parte di Nostro Signore! Ma mentre ciò ed altro pensavo, che non è necessario dirlo sulla carta, il mio dolce Gesù facendosi vedere nel mio interno mi ha detto:
“Figlia mia, il mio amore per te è stato esuberante e, per condurti dove il mio Volere Divino
ti voleva, ho dovuto tenere diversi modi d’agire nei periodi della tua vita. Nel primo periodo il
mio amore ed il mio agire fu per te tanto tenero, dolce e soave e tanto geloso, che Io solo volli
fare tutto nell’anima tua, né volli nessun altro né che nessuno sapesse ciò che Io facessi62 in te e ti
dicessi63. Era tanta la mia gelosia, che ti mettevo nell’impotenza d’aprirti con nessuno, neppure
col tuo confessore: volevo essere solo nel mio lavoro, libero, né volevo che nessun altro vi entrasse in mezzo né che potesse sindacare ciò che Io facessi. M’interessava tanto questo primo
periodo della tua vita, di starmene con te a tu per tu, che posso dire che il mio amore usò tutte le
armi divine che, guerreggiandoti, ti assaliva in tutti i modi perché tu non potessi resistere. Tutto
ciò al mio amore era necessario, perché sapendo di ciò che volevo far di te - niente meno ripristinare la Creazione, dare i diritti di regnare alla mia Divina Volontà, far spuntare la nuova era in
mezzo all’umana famiglia! -, perciò usai tutte le arti e stratagemmi per ottenere l’intento.
Ora dopo che Mi assicurai di te ed assicurai il mio lavoro, si cambiò il mio agire: ti feci
rompere il silenzio; e fu tale e tanta la foga dei miei ammaestramenti e del mio dire, che posso
chiamarti la cattedra della mia Divina Volontà, la segretaria dei suoi più intimi segreti che, non
potendo contenerli tutti in te, ti comandavo di manifestarli al mio ministro. E questo mio agire
era necessario, altrimenti come si sarebbe conosciuta la mia Divina Volontà?
Ora figlia mia, quest’ultimo periodo della tua vita tu senti un altro mio modo d’agire; non
t’impensierire, lasciami fare ed Io saprò dare l’ultima mano al mio lavoro. Coraggio dunque!
Hai la Divina Volontà in tuo potere; di che temi? Quindi: sempre avanti nel mio Volere!”
Luglio 18, 1929
Lavoro di Gesù in Luisa per il Regno della Divina Volontà.
62 facevo
63 dicevo
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Mentre stavo sotto l’incubo della privazione del mio amabile Gesù e, rassegnatissima, neppure ci pensavo che potesse svelarsi alla piccola anima mia facendo la sua breve visitina per
darmi il suo sorso di vita, per non farmi del tutto soccombere, tutto all’improvviso si è mosso nel
mio interno, facendosi vedere tutto intento ed occupato al lavoro; ed alzando i suoi occhi scintillanti di luce verso di me, i suoi occhi si sono incontrati coi miei e, compassionando la mia afflizione, mi ha detto:
“Figlia mia, Io sto lavorando nell’anima tua continuamente e, mentre lavoro, sto concretando affinché nulla vi manca, raffermando per dare al mio lavoro la stabilità ed immutabilità divina, ed aspettando con invitta pazienza che il mio lavoro sia conosciuto, affinché tutti potessero
conoscere il mio grande amore, il mio ed il tuo grande sacrificio ed il gran bene che tutti, se vogliono, possono ricevere. Si tratta che questo mio lavoro è la rinnovazione di tutta la Creazione,
è l’accentramento di tutte le opere nostre e lo stabilire la mia Volontà Divina in mezzo alle creature, operante e dominante in mezzo a loro.
Chiunque conoscerà questo mio lavoro sarà un regno mio; quindi avrò tanti regni per quanti conosceranno ciò che ho fatto e detto nella piccolezza dell’anima tua che, fusi insieme, formeranno un sol Regno. Sicché il mio silenzio è accentramento di più intenso lavoro che faccio in
te. Onde se ti parlo è nuovo lavoro che intraprendo a fare chiamandoti sempre al lavoro, dandoti
conoscenza di ciò che facciamo per mettere nuove tinte di bellezze, di magnificenza e di felicità
nel Regno della mia Divina Volontà che devono possedere le creature; se faccio silenzio: riordino, armonizzo, confermo ciò che ho fatto. Quindi il mio silenzio non ti dev’essere causa
d’afflizione, ma occasione di più lavoro, per effettuare il Regno della mia Volontà Divina”.
Luglio 24, 1929
Come la Divina Volontà tiene l’atto primario su tutte le cose create; esso è come il capo
sulle membra.
Stavo pensando al Fiat Supremo e pensavo tra me: “Se il Voler Divino vuol formare il suo
Regno in mezzo alle creature, sicché, prima della venuta di Nostro Signore sulla terra, quando
venne e dopo venuto, in che modo si trovava la Divina Volontà in rapporto alle creature?” Ed il
mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
“Figlia mia, la mia Volontà colla sua immensità è stata sempre in mezzo alle creature, perché Essa per natura sua non c’è punto dove non si trova e le creature non possono farne a meno
di Essa: sarebbe lo stesso non poter aver vita né percepirne; senza la mia Divina Volontà tutte
le cose si risolverebbe[ro] nel nulla, molto più che l’atto primo di tutte le cose create è il mio Fiat
Divino. Esso è come il capo alle membra, e se uno volesse dire: ‘Posso vivere senza il capo’,
ciò gli riuscirebbe impossibile; è la più grande delle pazzie solo pensarlo. Ma però il regnare è
una cosa: è l’essere riconosciuta, amata, sospirata e pendere da Essa64 come pendono le membra
dal capo: questo è regnare; invece, stare in mezzo alle creature, non è regnare se non si pende
del tutto da Essa.
Ora la mia Divina Volontà, prima della mia venuta sulla terra sebbene colla sua immensità
stava in mezzo alle creature, però i rapporti che c’erano tra Essa e loro erano come se [Essa] vi-
64 Divina Volontà
35
vesse in terra straniera e [le creature] da lontano ricevevano le scarse comunicazioni, le brevi notizie che l’annunziava65 la mia venuta sulla terra. Qual dolore stare in mezzo a loro e[d esse] non
riconoscerla e tenerla tanto lontano dalla loro volontà come se stesse in terra straniera! Colla
mia venuta, siccome Io La possedevo come vita e la mia Umanità la riconosceva, L’amava e La
faceva regnare, per mezzo mio si avvicinò alle creature, ed i rapporti che Essa teneva con loro
erano come se abitasse non più in terra straniera, ma nelle loro terre; e siccome non La conobbero né gli diedero il dominio di farla regnare, perciò non si può dire che il mio Volere Divino
formò il suo Regno.
Perciò la mia venuta sulla terra servì come avvicinare le due volontà, umana e Divina e metterle in intime relazioni ed aumentare le notizie di
66 farla conoscere, tanto che insegnai il
‘Pater noster’, col far loro dire: ‘Venga il Regno tuo, sia fatta la Volontà tua come in Cielo così
in terra’; se il mio Volere non vive come in Cielo così in terra, non si può dire che tiene il suo
Regno in mezzo alle creature.
Ecco perciò che il67 tempo del Regno di Essa, non solo starà in mezzo a loro, ma dentro ciascuna di esse come vita perenne; e, per giungere a ciò, dev’essere riconosciuta com’Essa sta
come capo e vita primaria di ciascuna creatura. E siccome questo capo non è riconosciuto, non
fluisce nelle membra la sua forza, la sua santità, la sua bellezza alle membra, né fa scorrere il suo
sangue nobile e divino nelle vene di esse, perciò non si vede la vita del Cielo nelle creature.
Ecco, perciò amo tanto che la mia Divina Volontà sia conosciuta: la conoscenza farà sorgere l’amore e, sentendosi amata e sospirata, si sentirà tirata a venire a regnare in mezzo alle creature”.
Luglio 27, 1929
Come il Regno della Divina Volontà e quello della Redenzione sono andati sempre
insieme. Come Gesù formò i materiali e gli edifici, e non ci vuole altro che i popoli.
Stavo facendo il mio giro nella Creazione per seguire tutti gli atti della Divina Volontà che
aveva fatto in essa e, giunta al punto quando l’Ente Supremo creò la Vergine, mi son soffermata
a considerarne il gran portento da cui ebbe principio la Redenzione; ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
“Figlia mia, la Redenzione ed il Regno della mia Divina Volontà sono andati sempre insieme. Per venire la Redenzione ci voleva una creatura che vivesse di Volontà Divina, come viveva
l’Adamo innocente nell’Eden prima di peccare; e questo con giustizia, con sapienza, per nostro
decoro, affinché il riscatto dell’uomo caduto fosse basato sul principio del come l’ordine della
nostra sapienza creava l’uomo. Se non ci fosse una creatura in cui il mio Fiat Divino non avesse
il suo Regno, poteva essere un sogno la Redenzione, non una realtà; perché se nella Vergine non
ci fosse il suo68 totale dominio, tra Volontà Divina ed umana restavano come in cagnerio69 e [la
Volontà Divina] a distanza dall’umanità, quindi la Redenzione era impossibile. Invece la Vergine Regina piegò la sua volontà sotto alla Volontà Divina e La fece regnare liberamente; con ciò
65 l’annunziava = annunziavano loro
66 per
67 nel
68 del Fiat Divino
69 cagnesco
36
le due volontà si fusero, si rappacificarono, l’umano volere subiva il continuo atto del Divin Volere e Lo faceva fare senza mai opporsi, sicché il Regno di Esso teneva la sua vita, il suo vigore
ed il suo pieno dominio.
Vedi dunque come incominciarono insieme la Redenzione ed il Regno del mio Fiat! Anzi
potrei dire che cominciò prima il Regno del mio Fiat, per seguire insieme l’uno e l’altro. E come [per] un uomo ed una donna, perché si sottrassero dal mio Volere Divino, ebbe origine il regno del peccato e di tutte le miserie dell’umana famiglia, così una Donna, in virtù che fece regnare il mio Fiat, fu fatta Regina del Cielo e della terra; unita al Verbo Eterno fatto Uomo ebbe
origine la Redenzione, non escludendo neppure il Regno della mia Divina Volontà. Anzi tutto
ciò che si fece da Me e dall’altezza della Sovrana del Cielo non sono altro che materiali ed edifici che preparano il suo Regno. Il mio Vangelo si può chiamare le vocali, le consonanti che, facendo da trombettieri, chiamano l’attenzione dei popoli ad aspettarsi qualche lezione più importante, che dovevano portar loro un bene più grande della stessa Redenzione. Le stesse mie pene,
la mia Morte e la mia Resurrezione - conferma della Redenzione e preparativo del Regno del
mio Volere Divino - erano lezioni più sublimi e mettevo tutti sull’attenti d’aspettare lezioni più
alte; e già l’ho fatto, dopo tanti secoli, ché sono le tante manifestazioni che ti ho fatto sulla mia
Divina Volontà e, quello che più ti ho fatto conoscere [è] com’Essa vuol venire a regnare in
mezzo alle creature, per restituir loro il diritto del suo Regno perduto, per abbondarle di tutti i
beni e di tutte le felicità che Essa possiede.
Sicché come tu vedi, i materiali sono già pronti, gli edifici esistono, le conoscenze del mio
Volere, che più che sole devono illuminare il suo Regno e fare innalzare, dai materiali formati da
Me, edifici più vasti; quindi non ci vogliono altro che i popoli che devono popolare questo Regno del mio Fiat; ed i popoli si formeranno ed entreranno come si andranno pubblicando le conoscenze di Esso.
Vedi dunque: due creature che scendono dalla Volontà Divina e danno il campo d’azione
alla volontà umana e formano la rovina delle umane generazioni; altre due creature, la Regina
del Cielo che vive per grazia nel mio Fiat Divino e la mia Umanità che vive per natura in Esso,
formano la salvezza ed il ripristinamento e restituiscono il Regno del mio Volere Divino. E come non si può dubitare che sia venuta la Redenzione, essendo connesso insieme l’una e l’altro70
quindi con certezza spunterà il Regno del mio Fiat Divino; può essere al più effetto di tempo”.
Io nel sentire ciò ho detto: “Amor mio, come può venire questo Regno del tuo Volere?
Non si vede nessun cambiamento, il mondo pare che non si arresta nella sua corsa vertiginosa
del male”. E Gesù ha ripreso a dire:
“Che ne sai tu che devo fare Io e come posso tutto travolgere per fare che il Regno della
mia Divina Volontà avesse la sua vita in mezzo alle creature? Se tutto è deciso, perché tu ci dubiti?”
Luglio 30, 1929
Differenza di chi opera santamente nell’ordine umano e di chi opera nella Divina
Volontà. Come senza di Essa si tiene la forza del bambino. Come tutto il male è dell’umana
volontà.
70
l’una e l’altro = la Redenzione ed il Regno del Fiat Divino
37
La mia povera mente si gira sempre intorno e dentro del Fiat Supremo ed, oh, quante sorprese, quante meraviglie di questo Volere sì Santo! La mia piccola intelligenza si perde nel suo
vastissimo mare e molte cose non mi sento capace né ho i vocaboli per narrarle e perciò mi sento
come uno che mangiasse un cibo o che vedesse una cosa bella e non sa come si chiamano. Se il
Voler Divino non facesse un prodigio di farmi dire ciò che mi manifesta, quante cose di più lascerei nel suo stesso mare, senza saper dire nulla! Onde mentre mi sentivo sperduta nel Fiat Divino, il mio sempre amabile Gesù facendosi sentire nel mio interno mi ha detto:
“Figlia mia, che differenza tra chi opera le virtù santamente, ma nell’ordine umano, e tra chi
opera le virtù nell’ordine divino della mia Divina Volontà! Le prime, come praticano le virtù,
così [queste] restano divise tra loro, in modo che si vede la diversità dei loro atti: una virtù si
vede pazienza, un’altra obbedienza, una terza carità; ognuna ha il suo distintivo, senza potersi
fondere insieme da poter formare un atto solo che dà di divino ed abbraccia l’eterno e l’infinito.
Invece chi opera nella mia Divina Volontà, la sua luce tiene la virtù comunicativa ed unitiva, [in
modo] che [le virtù] fondendosi insieme - perché tutte fatte nella sorgente della sua luce - formano un atto solo con effetti innumerevoli da abbracciare con l’infinità della sua luce lo stesso Creatore. Simbolo del71 sole: perché è uno, perché possiede la sorgente della luce che mai si spegne, abbraccia la terra e, coi suoi innumerevoli effetti dà tutte le tinte e comunica la vita della
sua luce a tutti ed a tutto.
La forza unitiva tiene la virtù comunicativa, in modo che, se vogliono tutti possono prendere un bene che si mette a disposizione di tutti. Invece chi opera nell’ordine umano è simbolo
delle72 luci del basso mondo che, ad onta che ce ne sono tante, non hanno virtù di fugare le tenebre della notte e di formare il pieno giorno, né di abbracciare con tanta molteplicità di luce tutta
la terra; perciò si possono chiamare luce personale, locale, ed a tempo ed a circostanza. Oh, se
tutti sapessero il gran segreto d’operare nel mio Volere Divino, farebbero a gara di non farsi nulla sfuggire che non passasse da dentro la sua luce purissima!”
Io ho continuato a seguire la Divina Volontà, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
“Figlia mia, la creatura senza la mia Volontà è come un bambino che non tiene forza di poter sostenere un peso ed a fare lavori tanto utili da potersi lui stesso mantenere la sua piccola esistenza; e se si volesse obbligare a prendere un oggetto pesante ed a sostenere un lavoro, il bambino vedendosi impotente e senza forza, forse proverebbe, ma vedendosi che neppure può smuovere quell’oggetto né sostenere quel lavoro, scoppierebbe in pianto il povero piccino e non ne farebbe nulla, e per metterlo in festa basterebbe dargli un confetto.
Invece chi possiede la mia Divina Volontà tiene la forza dell’uomo adulto, anzi la forza divina, e se [gli] si dice di prendere l’oggetto pesante, senza mettersi in pena lo prende come se
nulla fosse, mentre il povero piccino resterebbe schiacciato sotto; se [gli] si vuole far sostenere
un lavoro, si metterà in festa per l’acquisto ed il guadagno che gli sarà dato, e se [gli] si volesse
dare un confetto, l’avrebbe a sdegno e direbbe: ‘Datemi il giusto guadagno del mio lavoro perché devo vivere’. Vedi dunque: chi tiene la mia Divina Volontà tiene forza sufficiente a tutto,
quindi tutto le riesce facile; lo stesso patire, sentendosi forte, lo guarda come un nuovo acquisto.
Perché tanti non sanno sostenere nulla, una debolezza di bambino pare che li seguita!? È la forza della mia Divina Volontà che manca, ecco la causa di tutti i mali. Perciò sii attenta, figlia
mia, a non uscire mai dalla mia Divina Volontà”.
71 ne è
72 simbolo delle = simboleggiato dalle
38
Onde continuavo a seguire i miei atti nel Fiat Divino, e giunta quando Esso chiamò a vita
alla luce del giorno la Sovrana Celeste, pensavo tra me: “Iddio nel creare la Vergine Santissima
non solo arricchì la sua bell’anima di tanti privilegi, ma anche la sua natura dovette trasformare
per renderla pura e santa com’è”. Ed il mio amato Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
“Figlia mia, nulla c’era d’aggiungere alla sua natura, perché non fu la natura umana che
peccò, ma la volontà umana; perché la natura umana stava al suo posto come uscì dalle nostre
mani creatrici, perciò ce ne servimmo di quella stessa natura delle altre creature nel creare la
Vergine. Quello che si contaminò fu la sua volontà nell’uomo e, siccome questa natura umana
era animata ed abitava nella natura umana questa volontà ribelle, essa partecipò e restò contaminata. Sicché messo in armonia la Divina Volontà e l’umana, dandole73 il dominio, il regime,
com’è da Noi voluto, la natura umana perde i tristi effetti e resta bella come uscì dalle nostre
mani creatrici.
Ora, nella Regina del Cielo tutto il nostro lavoro fu sulla sua volontà umana, la quale ricevette con gioia il dominio della Nostra, e la Nostra non trovando nessuna opposizione da parte
della sua operò prodigi di grazie, ed in virtù del mio Volere Divino restò santificata e non sentì i
tristi effetti ed i mali che sentono le altre creature. Perciò, figlia mia, tolta la causa gli effetti finiscono. Oh, se la mia Divina Volontà entra nella creatura e vi regna, sbandirà tutti i mali in esse
e vi parteciperà tutti i beni nell’anima e nel corpo!”
Agosto 3, 1929
Quando Iddio decide di fare opere che devono servire a tutti, nella sua foga d’amore
mette [tutto e] tutti da parte. Come l’Essere Supremo possiede la vena inesauribile.
Continuo il mio solito abbandono nel Fiat Divino: me Lo sento come accentrato sulla mia
piccola esistenza, sento la sua immensità, la sua potenza, la sua forza creatrice e rapitrice che,
coinvolgendomi dappertutto, non mi è dato di potergli resistere; ma mi sento felice di questa mia
debolezza e volontariamente voglio essere debole per sentire tutta la potenza del Volere Divino
sopra la mia piccolezza. Ma mentre mi sentivo inabissata in Esso, il mio dolce Gesù facendosi
sentire e vedere mi ha detto:
“Figlia mia, la nostra Divinità quando si decide di fare opere universali, [per] l’anima che
viene eletta come prima, alla quale affidiamo un’opera che deve servire al bene di tutti, è tanta la
foga del nostro amore che mettiamo tutto e tutti da parte come se nessun altro esistesse, ed accentriamo tutto il nostro Essere Divino sopra di lei e le diamo tanto del nostro, fino a formare
mari intorno a lei ed affogarla di tutti i nostri beni; e vogliamo tanto dare, perché la foga del nostro amore Ci porta a non mai arrestarci, per vedere in essa la nostra opera compiuta per mezzo
della quale tutto e tutti possono godere e prendere i beni universali che la nostra opera racchiude.
Con ciò, non che non vediamo ciò che fanno le altre creature - perché la nostra onniveggenza ed
immensità nulla Ci nasconde, siamo a giorno di tutto e da Noi parte la vita ed aiuti a tutti -, ma
agiamo in modo e Ci comportiamo come se null’altro esistesse.
Così agimmo nella Creazione: dopo aver formato cieli, soli, terra, ordinando tutto con armonia e magnificenza tale da far stordire, nel creare l’uomo Ci accentrammo sopra di lui; e fu
73 dando alla Divina Volontà
39
tanta la foga del nostro amore, rigurgitò sì forte, che formando velo intorno a Noi Ci fece scomparire tutto - mentre tutto vedevamo - e Ci occupammo solo dell’uomo. Che cosa non versammo
in lui? Tutto!
Se nella Creazione ci fu la magnificenza e bellezza delle nostre opere, nell’uomo ci fu non
solo l’accentramento di tutte le nostre opere fuse in lui, ma quello ch’è più, l’insediamento della
nostra vita. Il nostro amore rigurgitava, non si dava posa, voleva sempre dare perché vedeva in
lui tutte le umane generazioni. Così agimmo nella Regina del Cielo: tutto fu messo da parte, tutto il male delle altre creature, e Ci occupammo solo di Lei; e versammo tanto che fu La piena di
grazia, perché doveva essere la Madre universale e causa della redenzione di tutti.
Così stiamo agendo con te per il Regno del nostro Voler Divino: stiamo facendo come se
null’altro esistesse. Se volessimo guardare ciò che fanno le altre creature, i mali che commettono, le ingratitudini, il Regno del nostro Volere starebbe sempre in Cielo; non solo, ma neppure
Ci sentiremmo disposti a dire una sola Verità del nostro Fiat Supremo. Ma il nostro amore, formando il suo velo d’amore a tutti i mali delle creature, Ci mette tutto da parte e, rigurgitando forte, non solo Ci fa parlare di Esso, [ma] è quello che più Ci fa decidere di dare il gran dono del
Regno del nostro Fiat alle creature. Quando il nostro amore s’incaponisce, sembra che non ragiona e vuol vincere a via d’amore, non di ragione; perciò, come se nulla guardasse e sentisse, a
qualunque costo vuol dare ciò che ha deciso. Ecco perciò non risparmia nulla e tutto si sviscera
sulla creatura che viene eletta per il gran bene universale che deve discendere a pro di tutte le
umane generazioni; ecco perciò la causa del tanto darti e dirti: sono foghe d’amore del nostro
amore che nulla vuole risparmiare, tutto vuol dare purché il Regno della nostra Divina Volontà
regni sulla terra”.
Onde la mia mente continuava a pensare a tante cose sulla Divina Volontà, ed il mio dolce
Gesù ha soggiunto:
“Figlia mia, il nostro Essere Supremo è vena inesauribile, non esauriamo mai, né possiamo
dire: ‘Abbiamo finito di dare’, perché per quanto diamo teniamo sempre da dare e, mentre diamo un bene, un altro ne sorge per mettersi in via per darsi alle creature. Ma per quanto siamo inesauribili, non diamo i nostri beni, le nostre grazie, né diciamo le nostre Verità a chi non è disposta, a chi non fa attenzione ad ascoltarci per imparare le nostre lezioni sublimi e modellare la
sua vita a seconda dei nostri insegnamenti, in modo da vedere scritto in lei i nostri insegnamenti
ed arricchita dei nostri doni. Se ciò non vediamo, i nostri doni non si partono da Noi né la nostra
voce giunge all’udito della creatura e, se qualche cosa sente, è come di voce che viene da lontano, che non le riesce di comprendere chiaramente ciò che Noi vogliamo dirle. Perciò la nostra
vena inesauribile resta arrestata dalla indisposizione delle creature. Ma sai tu chi dà le vere disposizioni all’anima? La nostra Divina Volontà. Essa la svuota di tutto, la riordina, la dispone
in modo mirabile, in modo che la nostra vena inesauribile non cessa mai di dare e di farle sentire
le sue lezioni sublimi.
Perciò fatti dominare sempre dal mio Fiat Divino e la nostra vena inesauribile non cesserà
mai di riversarsi sopra di te, e Noi avremo il contento di far sorgere dal nostro Essere Divino
nuove grazie, nuovi doni e lezioni non mai ascoltate”.
Agosto 7, 1929
40
Mezzi principali per far regnare la Divina Volontà: le conoscenze. Differenza di74 chi
vive nella Divina Volontà e [chi vive] nell’umano volere.
Stavo seguendo i miei atti nel Voler Divino e pensavo tra me: “Come potrà venire a regnare la Divina Volontà? Quali saranno i mezzi, gli aiuti, le grazie per disporre le creature per farsi
dominare da Essa?” Ed il mio sempre amato Gesù, movendosi nel mio interno, tutto bontà e tenerezza mi ha detto:
“Figlia mia, i mezzi principali per far regnare sulla terra il mio Fiat Divino sono le conoscenze di Esso. Le conoscenze formeranno le vie, disporranno la terra per essere Regno suo,
formeranno le città, faranno da telegrafi, da telefono, da poste, da trombettieri, per comunicare
tra città e città, tra creature e creature, tra nazioni e nazioni, le notizie, le conoscenze importanti
sulla mia Divina Volontà; e le conoscenze di Essa getteranno nei cuori la speranza, il desiderio
di ricevere un tanto bene. Da qui non si può sfuggire: un bene non si può volere né ricevere se
non si conosce e, se si riceve senza conoscerlo, è come se non si ricevesse. Quindi le fondamenta, la speranza, la certezza del Regno della mia Divina Volontà, verranno formate dalle conoscenze di Essa. Perciò ne ho dette tante, perché esse saranno le ricchezze, l’alimento ed i nuovi
soli, i nuovi cieli che possederanno i popoli del Regno del mio Volere.
Ora, quando le conoscenze sul mio Fiat si faranno strada disponendo coloro che avranno il
bene di conoscerle, la mia più che patema bontà per mostrare l’eccesso del mio amore metterà in
ciascuna creatura a sua disposizione la mia stessa Umanità, tutto il bene che operai, in modo che
sentiranno tale forza e grazia da farsi dominare dalla mia Divina Volontà. E la mia Umanità starà in mezzo ai figli del Regno mio come cuore in mezzo a loro, per decoro e onore del mio Fiat e
per antidoto, grazia e difesa a tutti i mali che ha prodotto l’umano volere. È tale e tanta la foga
del mio amore che voglio che Essa regni, che farò tali eccessi d’amore da vincere le volontà più
ribelli”.
Io nel sentir ciò son rimasta stupita e come se volessi mettere dubbio a ciò che Gesù mi aveva detto, e Lui riprendendo il suo dire ha soggiunto:
“Figlia mia, perché ne dubiti? Non sono Io forse il padrone di fare quello che voglio e darmi come Mi piace di darmi? Non è forse la mia Umanità il primo Fratello Primogenito che possedette il Regno della mia Divina Volontà, e come primo fratello tengo il diritto di comunicare il
diritto agli altri fratelli di possederlo, mettendomi Io a disposizione di loro per dar loro un tanto
bene? Non son’Io il Capo di tutta l’umana famiglia, che posso far fluire nelle membra di esse le
virtù del capo e far scendere l’atto vitale della mia Volontà Divina nelle membra? E poi non è
forse la mia Umanità che risiede in te continuamente, che ti dà tale forza e grazia di voler vivere
solo del mio Volere e ti fa sentire tale pace e felicità eclissanti il tuo umano volere, in modo che
lui stesso si sente felice di vivere come senza vita, sotto l’impero della mia Divina Volontà?
Perciò quello che Mi necessita sono le conoscenze sul mio Fiat che conoscano; il resto verrà da
per sé”.
Dopo ciò continuavo il mio abbandono nel Fiat Divino; mi sembrava che in Esso non ci
sono fermate, c’è sempre da fare, ma un fare che non stanca, anzi fortifica, felicita e gioisci del
suo lungo cammino. Ma mentre ciò pensavo, il mio sommo Bene Gesù ha soggiunto:
“Figlia mia, chi vive nel mio Voler Divino cammina sempre, perché tiene il giro
dell’eternità che non finisce mai a sua disposizione; e non fermandosi mai, prende sempre, e se
si fermasse, una piccola fermata, un passo in meno, le costerebbe la perdita d’un passo e di una
74 tra
41
felicità divina; perché il mio Fiat è un atto sempre nuovo di felicità, di grazia e di bellezza indescrivibile ed inarrivabile, e l’anima se cammina prende, e se si ferma non prende, perché non avendo seguito passo passo il cammino del mio Voler Divino, non ha saputo nulla [di] ciò che di
felicità e bellezza ha messo fuori in quel passo il mio Volere.
E chi può dirti la gran differenza di chi vive nella mia Divina Volontà e di chi vive nel volere umano? Chi vive nella volontà umana si ferma sempre, il suo giro è così piccolo che se vuol
allungare il passo non trova dove mettere il piede; ad ogni passo che fa prende ora un dispiacere,
un disinganno, e sente una debolezza di più, la quale la trascina anche al peccato. Oh, come è
breve il giro dell’umana volontà, pieno di miserie, di precipizi e d’amarezze! Eppure amano tanto di vivere nella sua cerchia! Che pazzia, che stoltezza da deplorarsi!”
Agosto 12, 1929
Magnificenza della Creazione. Il punto nero dell’umana volontà.
Stavo facendo il mio giro nel Voler Divino, ed il mio dolce Gesù tirandomi fuori di me stessa, mi faceva vedere la Creazione tutta nell’atto d’uscire dalle sue mani creatrici; ogni cosa portava l’impronta della mano creatrice del suo Fattore, quindi tutto era perfetto, d’una bellezza incantevole. Ogni cosa creata era animata di viva luce, o come proprietà di natura datagli da Dio o
indirettamente comunicata da chi la possedeva; tutto era luce e bellezza. Ma fra tanta luce ed
incanto di bellezza si vedeva un punto nero, il quale compariva così brutto, specie che si trovava
in mezzo a tante opere sì belle, maestose e fulgide; questo punto nero destava terrore e compassione, perché sembrava che di sua natura Dio non l’aveva creato nero, ma bello, anzi era prima
un’opera delle più belle create dall’Ente Supremo. Ma mentre ciò vedevo, il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
“Figlia mia, tutto ciò che fu fatto da Noi nella Creazione sta sempre in atto di farsi, come se
continuamente stiamo in atto di farla. È la nostra forza creatrice che quando fa un’opera non si
ritira mai, vi resta dentro com’atto perenne di vita, vi forma il suo palpito continuo ed il suo respiro non interrotto, perciò mentre fu fatto una volta, vi resta dentro in atto di farla sempre; quasi simbolo della75 natura umana che mentre una volta fu formata incominciando la vita col palpito
e col respiro, per necessità di vivere deve respirare e palpitare continuamente, altrimenti cessa la
vita. Siamo inseparabili dalle opere nostre e Ci piacciono tanto che Ci dilettiamo di farle continuamente, perciò si mantengono maestose, belle, fresche, come se lì per lì ricevessero principio
di vita. Guardale come sono belle, sono le narratrici del nostro Essere Divino e la nostra perenne
gloria! Ma in tanta nostra gloria guarda: c’è il punto nero dell’umana volontà; ché amandolo76
con più amore lo dotammo di libero arbitrio, il quale abusando volle respirare e palpitare nel suo
umano volere, non col Nostro, e perciò si muta continuamente fino ad annerirsi, perdendo la sua
bellezza e freschezza e giunge fino a perdersi la vita divina nella sua umana natura. Onde, chi
metterà in fuga il fitto tenebrio77 dell’umano volere? Chi [g]li restituirà la freschezza, la bellezza
della sua Creazione? Gli atti fatti nella nostra Divina Volontà! Essi saranno luce che fugheranno le tenebre e calore che, plasmandolo col suo78 calore, gli distruggeranno tutti gli umori cattivi
75 quasi simbolo della = ne è simbolo la
76 amando l’uomo
77 dall’italiano arcaico ‘tenebrìa’ = oscurità che si estende per largo tratto
78 loro
42
che l’hanno abbruttito. Gli atti fatti nel mio Volere saranno il contraccolpo a tutti gli atti umani
fatti coll’umana volontà; questo contraccolpo restituirà la freschezza, la bellezza, l’ordine, come
fu creata l’umana volontà. Perciò molti atti ci vogliono, fatti dalla creatura nel nostro Divin Volere, per preparare il contravveleno, la bellezza, la freschezza, l’atto opposto a tutto ciò che di
male ha fatto l’umana volontà. Ed allora nella Creazione le opere nostre compariranno tutte belle, il punto nero scomparirà e si convertirà in un punto, il più luminoso in mezzo alla magnificenza delle nostre opere create. E la nostra Divina Volontà prenderà il dominio di tutto e vi regnerà come in Cielo così in terra.
Perciò sii attenta ad operare nel mio Volere Divino, perché ad ogni atto umano ci vuole
l’atto divino, che con impero atterra, purifica ed abbellisce ciò che ha fatto di male l’umana volontà”.
Agosto 25, 1929
Come Gesù creò il germe del Fiat Divino nel formare il Pater Noster. Virtù che tiene la
luce.
Stavo pensando al Fiat Divino e come mai poteva effettuarsi il suo Regno sulla terra. Mi
sembrava impossibile: primo, ché non c’è chi si occupa di farlo conoscere e, se qualche cosa si
dice o si progetta si risolve tutto in parole, ma i fatti sono, oh, quanto lontani e, chi sa che generazione avrà il bene di conoscere ciò che riguarda le conoscenze della Divina Volontà, ed il suo
Regno! Secondo, mi sembra la terra impreparata e, credo che per avere un tanto bene, che il Regno della Divina Volontà, le sue conoscenze, domini la terra, chi sa quanti prodigi lo seguiranno
prima! Ma mentre ciò ed altro pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha
detto:
“Figlia mia, tu devi sapere che la mia venuta sulla terra e tutto ciò che Io feci nella Redenzione, la mia stessa morte e Resurrezione, non fu altro che atto preparatorio al Regno della mia
Divina Volontà; e quando formai il Pater noster, formai il germe del Regno del mio Fiat Divino
in mezzo alle creature. E se Io quando parlo creo e dal nulla faccio uscire le opere più grandi,
belle e meravigliose, molto più quando [parlo] coll’impero della mia preghiera parlante tengo
virtù di creare quello che voglio! Perciò il germe del Regno del mio Volere fu creato da Me
nell’atto che pregavo, formando e recitando il Pater noster. E se l’insegnai agli apostoli, fu perché la Chiesa col recitarlo potesse innaffiarlo e fecondare questo germe e disporsi a modellare la
lor vita secondo le disposizioni del mio Fiat Divino. Le mie conoscenze sopra di Esso, le mie
tante manifestazioni hanno sviluppato questo germe e, siccome sono state accompagnate dagli
atti fatti da te nel mio Volere Divino, si son formati tanti granelli da formare una grande massa,
della quale ognuno può prendere la sua parte, sempre se vogliono, per vivere della vita della Divina Volontà.
Quindi tutto c’è, figlia mia, gli atti più necessari: c’è il germe creato da Me - perché se non
c’è il germe è inutile sperare la pianta - ma se c’è il seme, il lavoro ci vuole, la volontà di volere
il frutto di quel seme, e la pianta è sicura79 d’averla, perché tenendo il germe si tiene in proprio
potere la vita della pianta di quel seme; c’è chi innaffia questo germe per farlo crescere: ogni
Pater che si recita serve ad innaffiarlo; ci sono le mie manifestazioni per farlo conoscere. Ci
79 è sicura = si è sicuri
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vuole solo chi si offra a fare il banditore e con coraggio, senza nulla temere, affrontando sacrifici
per farlo conoscere. Sicché la parte sostanziale c’è, c’è il più; ci vuole il meno, cioè la parte superficiale, ed il tuo Gesù saprà farsi strada per trovare colui che compirà la missione di far conoscere in mezzo ai popoli la mia Divina Volontà. Perciò da parte tua non mettere nessun ostacolo,
fa’ quello che puoi, ed Io farò il resto; tu non sai come travolgerò le cose e disporrò le circostanze, perciò giungi fino a dubitarne che il mio Fiat non sarà conosciuto ed il suo Regno non avrà la
sua vita sulla terra”.
Onde mi sono tutta abbandonata nel Volere Divino per seguire i suoi atti, ed il mio dolce
Gesù ha soggiunto:
“Figlia mia, chi si mette nell’unità del mio Volere si mette nella luce, e siccome la luce tiene virtù di scendere nel basso e di distendersi come manto di luce sopra ciascuna cosa che investe, così tiene virtù di elevarsi in alto e di investire colla sua luce ciò che nell’alto si trova. Così
chi si mette nella luce del mio Fiat, nella sua unità di luce, coi suoi atti si stende nel basso di tutte le generazioni e col suo atto di luce investe tutti per far bene a tutti, si eleva nell’alto ed investe tutto il cielo per glorificare tutti. Perciò nella mia Divina Volontà l’anima acquista il diritto
di poter porgere a tutti la luce dell’Eterno Fiat, col dono degli atti suoi moltiplicati per quanti Lo
vogliono ricevere”.
Settembre 4, 1929
Perché il sole forma il giorno? Perché è un atto di Volontà Divina.
I miei giorni sono amarissimi per la privazione del mio sommo ed unico Bene Gesù; posso
dire che il mio cibo continuato è l’intenso dolore d’essere priva di Colui che formava tutto
l’insieme della mia vita quaggiù. Com’è doloroso il ricordarmi che prima respiravo Gesù, palpitava il palpito di Gesù nel mio cuore, circolava nelle mie vene Gesù, sentivo l’alimento di Gesù
che alimentava le mie opere, i miei passi, insomma in tutto sentivo Gesù; ed ora tutto è finito e
mi si è cambiato in alimento di dolore. Oh, Dio, che pena, respirare e palpitare dolore intenso
d’essere priva di Colui che mi era più che vita propria, che solo l’abbandono nel Fiat mi dà la
forza a sopportare un tanto dolore! Ma mentre ciò mi sentivo, il mio dolce Gesù uscendo dal
mio interno e stringendomi fra le sue braccia mi ha detto:
“Figlia mia, coraggio, non ti abbattere troppo. Dimmi, chi forma il giorno? Il sole, non è
vero? E perché forma il giorno? Perché è un atto di mia Volontà Divina. Ora, come la terra gira, la parte che si scosta dal sole rimane all’oscuro e forma la notte e la povera terra resta tetra
come sotto un manto di mestizia, in modo che tutti sentono la realtà della notte ed il gran cambiamento che subisce la terra coll’aver perduto l’astro benefico della luce, cioè l’atto della mia
Divina Volontà che creò il sole e lo conserva col suo atto continuo. Così l’anima fino a tanto
che si gira sotto l’atto continuo del mio Volere, è sempre per lei pieno giorno; notte, tenebre,
mestizia, non esistono. L’atto continuo del mio Fiat più che sole le sorride, la mantiene in festa;
invece se [l’anima] si gira nella sua volontà umana, più che terra rimane all’oscuro nella notte
della sua umana volontà, la quale padroneggiando l’anima produce tenebre, dubbi, mestizia, da
formare la vera notte reale alla povera creatura. Chi può dirti il gran bene, il giorno fulgidissimo
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che produce un atto di mia Divina Volontà sopra la creatura? Essa80 col suo atto continuo produce tutti i beni e la felicità nel tempo e nell’eternità.
Perciò sii attenta, racchiudi tutta te stessa dentro d’un atto solo della mia Divina Volontà,
non uscirne mai se vuoi vivere felice e tenere in tuo potere la vita della luce ed il giorno che mai
tramonta. Un atto di mia Divina Volontà è tutto per la creatura. Essa, col suo atto continuo che
mai cessa e mai si cambia, più che tenera Madre tiene stretta al suo Seno colei che si abbandona
nel suo atto di luce, ed alimentandola di luce la cresce come parto suo, nobile e santa, e la tiene
distesa nella sua stessa luce”.
Settembre 8, 1929
La nascita della Vergine fu la rinascita di tutta l’umanità.
La mia povera mente si perdeva nel mare immenso del Fiat Divino dove si trova tutto in atto, come se non ci fosse né passato né futuro, ma tutto presente e tutto in atto. Sicché qualunque
cosa vuol trovare delle opere del suo Creatore nel Divin Volere, la piccola anima mia la trova
come se in atto [il Creatore] la stesse operante81. E siccome stavo pensando alla nascita della mia
Mamma Celeste per darle i miei poveri omaggi, e chiamavo la Creazione tutta insieme con me
ad inneggiare la Sovrana Regina, il mio dolce Gesù mi ha detto:
“Figlia mia, anch’Io voglio inneggiare insieme con te e con tutta la Creazione la nascita
dell’altezza della Mamma mia. Tu devi sapere che questa nascita racchiuse in sé la rinascita di
tutta l’umana famiglia, e la Creazione tutta si sentì rinata nella nascita della Regina del Cielo.
Tutto tripudiò d’allegrezza, si sentivano felici nell’avere la loro Regina, ché fin allora si sentivano come popolo a cui mancava la loro Regina, e nel loro mutismo aspettavano quel giorno felice
per rompere il loro silenzio e dire: ‘Gloria, amore, onore a Colei che viene in mezzo a noi come
Regina nostra! Non più saremo senza difesa, senza chi ci domina, senza festa, giacché spuntò
Colei che forma la nostra gloria imperitura’.
Questa Celeste Bambina col tenere integra nell’anima sua la nostra Divina Volontà senza
mai fare la sua, riacquistò tutti i diritti dell’Adamo innocente presso il suo Creatore e la sovranità
su tutta la Creazione. Perciò tutti si sentirono rinascere in Lei, e Noi vedevamo in questa Vergine Santa, nel suo piccolo Cuore, tutti i germi delle umane generazioni. Quindi per mezzo suo
l’umanità riacquistava i diritti perduti, perciò la sua nascita fu la nascita più bella, più gloriosa.
Essa fin dal suo nascere racchiuse nel suo Cuoricino Materno, come in mezzo a due ali, tutte le
generazioni come figli rinati nel suo Vergine Cuore, per riscaldarli, per tenerli difesi e crescerli e
nutrirli col sangue del suo Cuore Materno. Ecco la causa perché questa tenera Madre Celeste
ama tanto le creature, perché tutti sono rinati in Lei e sente nel suo Cuore la vita dei figli suoi.
Che cosa non può fare la nostra Divina Volontà dove regna e tiene la sua vita? Essa le racchiude82 tutto e tutti e la fa apportatrice di bene a tutti. Sicché tutti sentono, sotto il suo manto azzurro, l’ala materna della lor Madre Celeste e trovano nel suo Materno Cuore il loro posticino dove
mettersi al sicuro.
80 La Divina Volontà
81 operando
82 le racchiude = racchiude nell’anima
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Ora figlia mia, chi vive nella mia Divina Volontà rinnova la sua rinascita e raddoppia le rinascite a tutte le umane generazioni. La mia Suprema Volontà, quando vive dentro d’un cuore e
vi stende la pienezza della sua luce interminabile, accentra tutto e tutti, fa tutto, rinnova tutto, ridà tutto ciò che per secoli e secoli non ha potuto dare per mezzo delle altre creature. Sicché essa83 si può chiamare l’alba del giorno, l’aurora che chiama il sole, il sole che rallegra tutta la terra, la illumina, la riscalda e colle sue ali di luce più che madre tenera abbraccia tutto, feconda tutto e col suo bacio di luce dà le più belle tinte ai fiori, la dolcezza più squisita ai frutti, la maturità
a tutte le piante.
Oh, se la mia Volontà Divina regnasse in mezzo alle creature, quanti prodigi non opererebbe in mezzo ad esse! Perciò sii attenta, ogni cosa che fai nel mio Fiat Divino è una rinascita che
fai in Essa e, rinascere in Essa significa rinascere nell’ordine divino, rinascere nella luce, rinascere nella santità, nell’amore, nella bellezza; ed in ogni atto di mia Volontà, l’umana volontà
subisce la morte morendo a tutti i mali e rivive a tutti i beni”.
Settembre 15, 1929
Come il sole ogni giorno ritorna a visitare la terra, simbolo del sole della Divina Volontà.
Il germe della Divina Volontà nell’atto della creatura.
Stavo ripetendo i miei atti nel Divino Volere per seguire i suoi in tutte le opere sue e pensavo tra me: “A che pro ripetere sempre i medesimi atti? Qual gloria posso dare al mio Creatore?”
Ed il mio dolce Gesù, uscendo da dentro il mio interno, mi ha stretta fra le sue braccia per raffermarmi e mi ha detto:
“Figlia mia, la ripetizione dei tuoi atti nel Fiat Divino spezza l’isolamento di Esso e genera
la compagnia a tutti gli atti che fa la Divina Volontà; quindi Essa non si sente più sola, ma tiene
a chi può ridire le sue pene, le sue gioie ed affidare i suoi segreti. E poi, un atto continuamente
ripetuto è virtù divina e tiene virtù di generare i beni che non esistono, di riprodurli e comunicarli
a tutti. Un atto continuato è [il] solo capace di formare la vita e di poter dar vita. Guarda il sole,
simbolo della mia Divina Volontà che mai lascia la creatura e che mai si stanca di fare il suo atto
continuato di luce; ogni giorno ritorna a visitare la terra dando sempre i suoi beni, ritorna per
rintracciare col suo cerchio di luce i beni già dati e che molte volte non trova: il fiore84 che ha
colorito colla bellezza delle sue tinte e profumati sol col toccarli colle sue mani di luce, non trova
il frutto che85 sviscerandosi ha comunicata la sua dolcezza e [ha] maturato col suo calore. Quante
cose non trova il sole dopo che si è sviscerato con tanti atti più che materni, per formare le più
belle fioriture e formare tante piante, crescere tanti frutti col suo alito di luce e di calore? Perché
l’uomo strappandoli alla terra se n’è servito per alimentare la sua vita.
Oh, se il sole fosse capace di ragione e di dolore, si cambierebbe in lacrime di luce e di fuoco ardente per piangere sopra ciascuna cosa che ha formato e non trova! E nel suo dolore non
cambierebbe volontà col cessare di comunicare i suoi beni alla terra, per formare di nuovo ciò
che gli è stato tolto, perché è natura sua, per quanto di male gli potrebbero fare, di dare sempre il
suo atto di luce nel quale ci sono tutti i beni, senza mai cessare.
83 l’anima che vive nella Divina Volontà
84 il fiore = i fiori
85 al quale
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Tale è la mia Divina Volontà; più che sole si sviscera sopra ciascuna creatura per darle vita
continua; si può dire [che] è il suo alito onnipotente di luce e d’amore con cui investe le creature, le forma e le cresce. E se il sole dà luogo alla notte, la mia Divina Volontà non mai lascia a
sé soli i suoi cari parti plasmati, vivificati, formati, cresciuti col suo alito e bacio ardente di luce.
Non c’è un istante in cui la mia Divina Volontà lascia la creatura e che, riversandosi sopra di lei
non le comunica le sue varie tinte di bellezza, la sua dolcezza infinita, il suo amore inestinguibile; che cosa non le fa e dà la mia Divina Volontà? Tutto; eppure non è riconosciuta né amata,
né [le creature] conservano in loro i beni che comunica loro. Qual dolore! Mentre si sviscera
sopra ciascuna creatura non trova i beni che comunica, e nel suo dolore continua il suo atto di luce sopra di loro senza mai cessare. Ecco, perciò chi deve vivere nel mio Fiat deve avere i suoi
atti ripetuti e continui, per far compagnia [alla mia Divina Volontà] e raddolcirla nel suo intenso
dolore”.
Dopo di ciò continuavo a valicare il mare interminabile del Fiat Divino, e come emettevo i
miei piccoli atti nell’Eterno Volere, così si formavano nell’anima mia tanti germi - ed il seme di
questi germi era di luce di Volontà Divina - variati da tanti colori, ma animati tutti di luce. Ed il
mio dolce Gesù facendosi vedere, ad uno ad uno alitava quei germi, e come li fiatava, quei germi
crescevano tanto da toccare l’immensità divina. Io son restata meravigliata nel vedere la bontà
del mio sommo Bene Gesù, che con tanto amore prendeva nelle sue mani santissime quei germi
per alitarli, e poi li metteva tutti in ordine nell’anima mia; e guardandomi con amore mi ha detto:
“Figlia mia, dove c’è la forza creatrice della mia Divina Volontà, il mio alito divino ha la
potenza di rendere immensi gli atti della creatura; perché mentre la creatura opera nel mio Fiat,
nel suo atto vi entra la forza creatrice, la quale vi mette la sorgente dell’immensità divina, ed il
piccolo atto della creatura si converte, chi in sorgente di luce, chi in sorgente d’amore, altri in
sorgente di bontà, di bellezza, di santità; insomma, quanti più atti fa, tante sorgenti divine più
acquista, e crescono tanto da sperdersi nell’immensità del suo Creatore. Succede come al lievito,
che ha virtù di fermentare la farina purché nel formare il pane vi si metta il piccolo lievito come
germe di fermentazione; invece se non si mette il lievito, ad onta che sia la stessa farina, il pane
non verrà mai fermentato, ma azzimo. Così è la mia Divina Volontà, più che lievito che getta la
fermentazione divina nell’atto umano e l’atto umano diventa atto divino. Ed Io quando trovo il
germe della mia Divina Volontà nell’atto della creatura, mi diletto di fiatare l’atto di essa e lo elevo tanto da renderlo immenso; molto più che quell’atto lo possiamo chiamare atto nostro, Volontà nostra operante nella creatura”.
Settembre 20, 1929
Come Gesù solo tiene vocaboli sufficienti per parlare della Divina Volontà. Come la
creatura può dire: “Posseggo tutto”. Come la Divina Volontà dove regna forma il suo
paradiso.
La mia piccola intelligenza va sempre spaziandosi nel mare immenso del Divin Volere, ed
appena sa ritenere le goccioline delle tante Verità ed innumerevoli bellezze che Gli appartengono.
Oh, Volontà inarrivabile, amabile ed adorabile, chi mai potrà dire di Te il tutto che Tu sei e narrare la tua lunga ed eterna storia? Né gli Angeli né i Santi avranno parole sufficienti per parlare
di Te; molto meno io che sono la piccola ignorantella, che appena so balbettare d’un Volere sì
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Santo! Onde mentre la mia mente si perdeva nel Fiat Divino, il mio amabile Gesù facendosi vedere mi ha detto:
“Figlia mia, solo il tuo Gesù può tenere vocaboli sufficienti per parlarti del mio Eterno Volere, perché in Natura Divina sono la stessa Volontà; ma devo limitarmi nel dire, perché la tua
piccola capacità non può abbracciare e comprendere e racchiudere tutto ciò che ad Essa appartiene, e devo contentarmi di farti conoscere le sue goccioline, perché la tua mente creata non può
contenere il suo mare immenso ed increato; e queste goccioline di luce le cambio in parole, per
adattarmi per la tua piccola capacità e così farti comprendere qualche cosa del mio Fiat indescrivibile ed immensurabile. Basta dire che il mio Volere Divino è tutto, racchiude tutto; se una sol
virgola Gli mancasse di tutto ciò che esiste in Cielo ed in terra, non si potrebbe chiamare Tutto.
Quindi la creatura per entrare nel mio Fiat deve svuotarsi di tutto, ridursi a quel punto quando il suo Creatore chiamandola dal nulla le dava l’esistenza, a come la forza creatrice della mia
Divina Volontà la creava, bella, svuotata di tutto e solo riempita della vita di Colui che l’aveva
creata. Così l’anima facendosi investire di nuovo dalla forza creatrice del mio Fiat, la sua luce
ed il suo calore la svuoteranno e [il mio Fiat] la ridurrà bella come l’uscì dal nulla e l’ammetterà
a vivere nel Tutto della mia Volontà; e la creatura in Essa respirerà il Tutto, si sentirà tutta santità, tutt’amore, tutta bellezza, perché il tutto del mio Fiat Divino la terrà nel suo mare, dove il tutto starà a sua disposizione, nessuna cosa le sarà data a metà o a piccola proporzione, perché chi è
Tutto sa darsi tutto, non a misura; e solo nel mio Volere la creatura può dire: ‘Posseggo tutto,
anzi il Tutto è mio’.
Invece chi non vive nel mio Volere Divino, non stante il suo essere sotto l’impero di una
forza creatrice, non può possedere tutta la pienezza d’una vita divina né si sentirà fino all’orlo
dell’anima sua tutta riempita di luce, di santità, d’amore fino a sboccarne fuori e formare mari intorno a lei, da sentirsi che il tutto è suo; al più sentirà le piccole particelle divine, la impressione
della grazia, dell’amore, della santità, ma non tutto. Ecco perciò che solo chi vive nel mio Fiat è
la sola fortunata di conservarsi nel prodigio della sua Creazione e di tenere i diritti di possedere e
vivere nell’abbondanza dei beni del suo Creatore”.
Dopo ciò continuavo i miei atti nel Volere Divino, ed il mio amabile Gesù ha soggiunto:
“Figlia mia, chi vive nel mio Fiat avrà il gran bene di possedere un Volere Divino in terra,
che le sarà portatore di pace imperturbabile, di fermezza immutabile. Il mio Fiat la crescerà in
modo divino, in ogni atto che farà le darà un sorso del nostro Essere Divino, per fare che non ci
sarà nessuna qualità che non accentra in questa creatura. Non solo questo; ma il mio Volere si
diletterà di chiuderla in lei la mia Divina Volontà felicitante, con cui felicita tutti i Beati, affinché neppure questa manchi in chi vive in Essa, in modo che, quando verrà nella nostra Patria Celeste porterà, come in trionfo d’aver vissuto nel nostro Fiat, il suo paradiso di gioia e di felicità
tutte divine; e, mentre verrà a trovare altre beatitudini più sorprendenti - perché il mio Volere
non si esaurisce mai, tiene sempre da dare -, la creatura troverà le sue gioie e la felicità che le ha
racchiusa86 la mia Volontà stando in terra.
Perciò elevati sempre più in Essa, allarga i tuoi confini, ché quanto più di Volontà Divina
prenderai in terra, tanto più crescerà la nostra vita in te e più felicità e gioie racchiuderai
nell’anima tua; e quanto più ne porterai, tanto di più te ne sarà data in Cielo, nella nostra Patria
Celeste”.
Sia tutto a gloria di Dio e compimento della tua Santissima Volontà!
86 le ha racchiusa = ha racchiuso in lei
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Deo Gratias!
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